Prima fascista poi comunista, Pietro Ingrao innamorato di Littoria

Infuria la polemica su Durigon e il Parco Falcone e Borsellino di Latina. Il capo della Lega nel Lazio ha proposto di tornare all’originaria intitolazione del parco che, fino a due anni fa, era dedicato a Arnaldo Mussolini. Apriti cielo. L’ignoranza sinistra ha attaccato l’esponente della Lega. Sul sito “7 Colli” il vicedirettore del Tempo, Francesco Storace, ricorda però un precedente storico che dovrebbe far riflettere Anpi e compagnia cantante.

“Il 18 agosto del 1935 fu premiata una straordinaria poesia, intitolata “Coro per la nascita di una città” che viene descritta ancora oggi come “un’enfatizzante esaltazione della bonifica dell’Agro Pontino, un pomposo dipinto della Littoria come fiore all’occhiello di una politica interna del sociale e delle infrastrutture del Duce – scrive Storace su 7 Colli – La compose Pietro Ingrao, nativo della vicina Lenola. Questo non gli impedì di diventare presidente della Camera qualche decennio dopo. “Una cattedrale nella selva” scrisse Ingrao. Littoria come centro urbano, culturale ed economico, in un territorio che fino a qualche anno prima era desolazione o quasi. “Come isola trionfante sulle acque” continuava, elogiando la grandezza e l’innovazione dell’opera di bonifica”.

Storace chiede, dunque, di comprendere il passato e non di cancellarlo come vorrebbe l’ignoranza della sinistra. “Nascondiamo tutto? Ingrao fascista? – si chiede Storace – Tutt’altro, come dimostrò il suo percorso successivo. Semplicemente colpito dalla straordinaria trasformazione di un territorio voluto da quel regime che poi avrebbe combattuto. Ma certo non si sarebbe mai sognato di cancellare quelle pagine e la realizzazione che accompagnò quei versi”. iltempo.it