Mussolini, ecco il bunker di Villa Torlonia per ripararsi dalle bombe

Il brutale contrasto tra la bellezza, la luce, la dolcezza delle curve e la cura degli stucchi presenti nelle sale neoclassiche del Casino nobile di Villa Torlonia con il buio, il grigio, il senso di terrore e di morte che aumenta ad ogni gradino della discesa nel bunker. 
E’ un percorso storico e documentale quello proposto dal restauro del rifugio sotterraneo di Mussolini, che abitò la villa con la sua famiglia dal 1929 al momento del suo arresto nel luglio del 1943, ma anche e soprattutto emozionale. Le due strutture sotterranee, realizzate durante la Seconda guerra mondiale, riaprono da domani 5 aprile al pubblico con un nuovo allestimento multimediale che consente una visita immersiva che porta il visitatore a percepire l’esperienza di un attacco aereo all’interno del bunker. Tra le immagini che scorrono, il racconto si spezza in due: da una parte la visone dell’aviatore che sgancia gli ordigni dal cielo e guarda il fumo scaturire dalle bombe e dall’altra i cittadini sgomenti davanti alle macerie. «Un osservatorio importante, un luogo per riflettere su una delle pagine più drammatiche della storia di Roma, quando la città fu colpita da 51 bombardamenti aerei tra il luglio del 1943 e il maggio 1944 – ha detto il sindaco Roberto Gualtieri intervenendo insieme al sovrintendente  Claudio Parisi Presicce alla presentazione del progetto curato da Federica Pirani e Annapaola Agati – e proprio a pochi passi da qui, come una sorta di contrappasso, sorgerà il nuovo museo della Shoah a memoria del più grande crimine che il regime fascista e nazista perpetrarono contro l’Italia e i romani». Con l’entrata in guerra dell’Italia e i primi bombardamenti, a partire dal 1940 vennero realizzate nella villa tre strutture sotterranee per proteggere l’allora capo del governo da possibili bombardamenti aerei. Il primo rifugio fu predisposto adattando i locali di una vecchia cantina sotterranea situata al di sotto del piccolo laghetto detto «del Fucino» vicino al Teatro. Poco dopo però si sentì l’esigenza  di realizzare strutture più resistenti e sicure, da ricavare sotto il Casino Nobile. Il rifugio antiaereo fu realizzato nel 1941 nel piano seminterrato del palazzo ma il Duce non vide mai il bunker che fu invece utilizzato dai civili per ripararsi dalle bombe .Scendendo nei cunicoli e  attraversando gli angusti spazi del  rifugio, plumbeo e soffocante,  si è avvolti dalle sirene degli allarmi che preannunciavano un attacco, seguiti dall’audio di bombardamenti reali mentre il pavimento simula la terra che trema sotto i piedi. «Questa riapertura – ha concluso Gualtieri – ci consente di conoscere un altro pezzo della storia di Roma e di vederlo dall’interno per documentare non soltanto la vita di Mussolini ma anche gli orrori dei bombardamenti e della guerra attraverso tecnologie multimediali avanzate e di forte impatto». corriere.it