Muscoli tatuaggi Instagram e TikTok, ecco il parroco culturista

Tra le Diocesi di Brescia e Verona non manca certo l’originalità. Il riferimento è ad alcuni parroci che provano a trasmettere la parola del Vangelo in maniera originale. Tra loro c’è don Giuseppe Fusari, una vera star dei social network. Ribattezzato il prete culturista, considerando la sua passione per il bodybuilding, ha preso i voti nel 1991 ed è presbitero della diocesi di Brescia. E’ anche uno storico dell’arte, come si nota dal suo canale YouTube. Sui social ha attirato le attenzioni grazie al proprio look, decisamente originale per un prete. Fisico scolpito, tatuaggi e camicia attillata. Anche lui, come altri, usa i social per veicolare il Vangelo. Così sulla sua pagina Instagram c’è il commento settimanale. «Le parole di Gesù ci dicono qualcosa di profondo, che lui è venuto anche per portare Dio a guarire i cuori, ovvero la persona nella sua profondità», dice nella riflessione al Vangelo di domenica 4 febbraio. Sui social le sue prediche sono un vero e proprio successo: decine di commenti e su Instagram può contare oltre 58mila follower.  In quella che viene definita teologia pop, può essere inserito anche don Giovanni Berti, in arte don Gioba, parroco di Moniga del Garda che veicola la parola del Vangelo tramite le sue vignette in modo da far uscire il linguaggio cristiano dai soliti ambienti. Oppure l’ex parroco di Lonato del Garda, Matteo Selmo, che da mesi ha abbandonato l’abito sacro ma in precedenza era diventato celebre per le omelie cantate citando brani, ad esempio, di Sanremo. Senza dimenticare l’originalità di don Marco Forti. Fino allo scorso luglio prete della parrocchia di Pontevico, al confine con la provincia di Cremona, e oggi vicario parrocchiale nei villaggi cittadini Badia e Violino. Lui, invece, appassionato di titoli nobiliari. I fedeli sono diventati «sudditi» e lui, che a Pontevico si definiva «marchese» e a Brescia «barone». Celebre era diventata la lettera d’addio ai  fedeli del paese bresciano: «Amati sudditi del marchesato è giunto il tempo di dichiarare conclusi questi otto anni. Onore e gloria al Granducato, lunga vita alla Contea, si instauri il Marchesato». corriere.it