Resta incinta del padre a 13 anni, l’uomo poi la violenta in ospedale la madre sapeva

Ha 13 anni, ma il suo corpo restituisce l’immagine di una bambina spaventata. Stringe al petto il proprio peluche quando il giudice le rivolge le domande: domande difficili da ascoltare e risposte ancora più complicate da metabolizzare. I verbali dell’incidente probatorio raccontano con crudezza gli abusi sessuali subiti dalla ragazzina tra le mura domestiche. Sopraffazioni emerse la scorsa estate quando l’adolescente si presenta, accompagnata dalla mamma, all’ospedale Sant’Anna perché incinta. E ora in carcere c’è il padre della vittima e del figlio che lei portava in grembo: è un filippino di 45 anni e deve rispondere di violenza sessuale nei confronti della tredicenne e maltrattamenti verso la moglie e gli altri figli minori. 
Non solo, la madre della ragazzina è a sua volta indagata per concorso in violenza sessuale: secondo la Procura di Torino (che ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio) era a conoscenza di quanto accadeva in casa e non avrebbe denunciato. 
Nel luglio dello scorso anno la giovane (oggi assistita dall’avvocato Roberto Saraniti) si presenta al Sant’Anna: è spaventata e preoccupata perché il suo corpo è cambiato, è al settimo mese di gravidanza e sa che ben presto dovrà affrontare il parto. Ha tante domande, ma diventa improvvisamente silenziosa quando i medici cercano di capire chi è il padre del bambino. Lei fornisce risposte evasive: parla di un compagno di scuola, di persone conosciute sui social e di chat d’incontri. 
Ma è durante il ricovero che la verità emerge con prepotenza. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio il padre la raggiunge nella stanza d’ospedale. E sono le telecamere nascoste, installate dagli investigatori, a testimoniare l’orrore: l’uomo, incurante del luogo e del fatto che la figlia fosse incinta, si infila sotto le coperte e la costringe a un rapporto sessuale. Immediatamente per lui scattano le manette ai polsi. L’esame del Dna sul feto confermerà la paternità del bimbo che la ragazzina portava in grembo: il piccolo è nato ad agosto e ora è stato dato in adozione. 
Nei mesi successivi il pm Enzo Bucarelli ricostruisce le violenze: dall’inchiesta emerge come gli abusi siano cominciati almeno nell’autunno del 2022 e che il genitore (difeso dall’avvocato Marco Borio) era solito approfittare della figlia in casa. Emerge anche la brutalità con cui trattava la moglie: picchiata con un bastone, presa a pugni e colpita al volto con oggetti scagliati con forza durante le liti. Nessuno poteva ribellarsi al volere di quell’uomo: pretendeva che tutti obbedissero ai suoi ordini e quando veniva contraddetto usava la forza fisica. In questo clima sono maturate le violenze alla figlia, di cui la mamma — secondo il pm — era consapevole.
Nell’indagine figura una terza indagata, un’amica di famiglia (difesa dall’avvocato Gabriella Vogliotti) che avrebbe cercato di convincere la 13enne a non raccontare gli abusi paterni e a incolpare un compagno di cui, però, non doveva ricordare il nome. corriere.it