Prato di Campoli, patrimonio di Veroli ma non ci sono servizi per i visitatori

di Roberto Passeri

Ogni volta che vado a Prato di Campoli mi chiedo: “Se questo posto, così interessante e affascinante per le sue faggete, il suo prato, la sua aria salubre, la sua posizione e base di partenza per le escursioni sui Monti Ernici, fosse stato sulle Dolomiti o sulle Alpi, sarebbe stato valorizzato e organizzato nel migliore dei modi. Siamo noi in grado di fare altrettanto?” Ancora, purtroppo, dobbiamo dimostrarlo.

Il godimento di questa località dovrebbe essere inteso nell’arco delle quattro stagioni, anche quando c’è la neve, perciò dobbiamo pensare che la frequentazione e la fruizione di questo luogo, di cui tutti siamo innamorati, si sviluppi nell’anno intero. Sarebbe un servizio sociale di notevole interesse per adulti e bambini. Avendo la fortuna di una strada comoda e regolare per raggiungere i 1200 metri di Prato di Campoli, non si capisce perché da anni si parla, soprattutto in campagna elettorale, di valorizzare tutto quel comprensorio, ma poi tutto va nel dimenticatoio.

Io parlo di sviluppare la località in maniera rispettosa e sostenibile, proteggendo la ricchezza e la bellezza della flora e della fauna, ma pensando anche ai servizi culturali, naturalistici e di ristoro per chi vuole trascorrere lì una giornata intera. Qualcuno rimpiange, per esempio, la baita in legno di Martellani: perché non si pensa a qualcosa di simile, oggi, e non si realizzi, rispettando paesaggio e ambiente?

Il problema dell’acqua e della luce, che alcuni agitano, si può risolvere; siamo nel 2021! Io ho visto in altre località simili presenza di esperti di trekking, botanici, ornitologi, che accompagnavano i visitatori, soprattutto gruppi scolastici, spiegando e rivelando i segreti di tutto quello, che era presente nel territorio. In apposite baite di legno si potevano osservare diapositive, che narravano tutti i segreti naturalistici del luogo. C’erano altre iniziative, che sarebbe lungo enumerare, come per esempio il riconoscimento di piante, di fiori e di erbe.

Una volta a Veroli era funzionante un museo delle erbe, ma oggi si sa poco della sua esistenza; con esso si potrebbero arricchire le conoscenze e soddisfare la fame di sapere naturalistico, presente e diffuso in tanta popolazione, collegandolo agli interessi dei frequentatori di Prato di Campoli.

A Veroli si parla di turismo a sproposito, ma, in realtà, non si pensa o non si riesce ad immaginare le potenzialità presenti, di cui il comune è ricco. Purtroppo non si riesce ad implementare ed espandere questa ricchezza a favore dei verolani e di tutte quelle persone, che sono attratte da problemi ambientali, naturalistici, e in particolar modo da Prato di Campoli.

Chi ha in mano le leve del potere comunale dovrebbe svegliarsi e agire, perché siamo in ritardo con la storia. Se esistono incapacità propositive e realizzative (cosa, peraltro, umana, di cui non bisogna vergognarsi,) ci si rivolga a persone esperte e competenti, capaci di dare il giusto impulso e un indirizzo di sviluppo turistico al territorio.