Ponte sullo Stretto, ok definitivo del Governo collegamento diretto tra Calabria e Sicilia

Via libera al Ponte sullo Stretto. Il Consiglio dei ministri nella giornata del 16 marzo ha approvato il decreto sulla realizzazione del collegamento tra Sicilia e Calabria. Nel testo si legge anche del ritorno della Stretto di Messina Spa, società a cui «partecipano Rfi, Anas, le Regioni Sicilia e Calabria, nonché, in misura non inferiore al 51%, il ministero dell’Economia, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa con il ministero delle Infrastrutture, al quale ultimo sono attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa». Sui tempi di realizzazione si è sbilanciato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, annunciando il provvedimento: «Contiamo di approvare il progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi partire coi lavori». Nel testo si stabilisce anche una durata trentennale della concessione alla società Stretto di Messina, per la quale interviene la revoca dello stato di liquidazione. Il Cda sarà «composto da cinque membri, di cui due designati dal Ministero dell’economia e delle finanze d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ricoprono rispettivamente la carica di presidente e di amministratore delegato, un membro designato dalla Regione Calabria, un membro designato dalla Regione Sicilia e un membro designato da Rfi Spa e Anas Spa. Il Collegio sindacale è composto da cinque membri, di cui tre membri effettivi e due supplenti». Contro il Ponte Legambiente. Dice Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: «La vera urgenza da affrontare in un decreto-legge è la partenza di quei cantieri per la transizione ecologica necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria e Sicilia come in un paese civile e industrializzato e per contribuire alla lotta alla crisi climatica. Questo oggi non è garantito né agli uni, né agli altri e non sarà certo il Ponte sullo Stretto a permetterlo. Serve una drastica cura del ferro, un potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile, con linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, percorse da treni moderni, frequenti e puntuali, e non una cattedrale nell’evidente “deserto della mobilità” come il Ponte sullo stretto di Messina». A fare eco anche il Wwf che definisce« fallimentare puntare su un’opera dagli elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari, come il ponte sullo Stretto di Messina». corriere.it