Nonna scappa dalla casa di riposo, “Voglio vedere il mare”

«Voglio vedere il mare, voglio la libertà». A 81 anni, ha risposto così alle persone che, preoccupate, l’hanno vista aggirarsi in strada vestita di tutto punto, ma con passo un po’ esitante. Ines, nome di fantasia, era arrivata a Bellaria da sola, dopo una rocambolesca fuga dalla Rsa di Faenza in cui vive. Per ritrovare  i luoghi della sua giovinezza. Quelli dei giorni spensierati delle vacanze estive nella località più ridente della Riviera di Rimini, in un inizio di primavera che sembra una coda dell’inverno. Mentre ancora i magazzini  custodiscono ombrelloni e lettini, pronti all’uso per l’estate. Tanti anziani ricordano le vacanze da bambini trascorse in Riviera e sorridono anche al pensiero dei giorni passati in colonia  o in famiglia, tanti tornano coi figli e i nipoti.  Di certo non Ines, una signora di origine faentina, la cui commovente e forse drammatica storia è stata raccontata con dovizia di particolari sulle pagine del Corriere Romagna. Quando la sua personalissima «fuga» è terminata, ha spiegato di non poterne più della vita nella Rsa. Il peso della solitudine è gravoso, così come ascoltare le lamentele degli altri anziani, spesso costretti in un luogo in cui forse non sarebbero mai voluti entrare. Ecco Ines, in Riviera ci è tornata. Da sola, con il suo bastone e tanta voglia di vivere ancora. La vicenda risale a qualche giorno fa. Con astuzia e maestria Ines è riuscita a scappare dalla sua casa di riposo. Ad evadere dalla bassa romagnola alla riviera adriatica. È sgattaiolata via. Ha camminato bastone alla mano fino alla stazione di Faenza, dove partono i treni per Bologna, itreni per Ravenna, quelli per Firenze, e pure il treno per Rimini. È salita su quest’ultimo, destinazione Bellaria. Qui ha bussato alle porte dell’Hotel Flora, l’albergo in cui aveva pernottato nei lontani tempi della sua gioventù. Ma i gestori le hanno spiegato che l’albergo era ancora chiuso. A quel punto Ines ha capito che la sua boccata d’aria aveva le ore contate. Così si è affacciata sul lungomare per liberare lo sguardo su quell’azzurro che probabilmente desiderava rivedere da anni. Poi, dimostrando molta lucidità, ha deciso di chiedere aiuto in una chiesa. Il parroco l’ha accolta e ha subito chiamato i carabinieri di Rimini per fornire aiuto. Per qualche ora Ines ha goduto dell’affetto dei paesani che l’hanno coccolata con cure e cibo buono. «Nella casa di riposo mangio solo minestrine annacquate, mele cotte, prosciutto di cent’anni fa», ripeteva lei (ma per dovere di cronaca va chiarito che nessun appunto in tal senso è stato mosso alla Rsa). Nel frattempo i carabinieri di Faenza avevano ricevuto la denuncia di sparizione dal personale della casa riposo. I militari l’hanno accompagnata all’Infermi di Rimini per una visita di controllo. I medici hanno accertato che Ines sta bene, che non ha subito maltrattamenti di alcun genere. Insomma, quella Rsa è un posto sicuro. Ma non c’è  davvero posto sicuro che tenga per chi, in fondo, ha coscienza e memoria di sé e anche a 81 anni vuole vivere il presente. «Mi sento nel pieno delle forze – ripeteva Ines mentre la riportavano nella Rsa – meglio la strada che la casa di riposo…». corriere.it