Multe salate ai commercianti che non accettano il bancomat, da gennaio

Con il nuovo anno, arriva anche una forte stretta sul contante. Due le principali misure attuate dal governo per contrastare l’evasione fiscale e le operazioni in nero: la prima consiste nell’abbassare il tetto massimo dei pagamenti in cash dagli attuali duemila a mille euro. I nuovi paletti sono stati fissati dal decreto fiscale124/2019, collegato alla manovra 2020 predisposta dal governo Conte-bis, che prevedeva una soglia a duemila euro a partire dal luglio di un anno e mezzo fa e la promessa di scendere ancora, a mille euro appunto, dal primo gennaio 2022. Si torna, quindi, al livello fissato nel lontano 2011 dal decreto Salva Italia e poi cambiato a partire dal 2016. La seconda mossa dell’esecutivo riguardale sanzioni a carico degli esercenti se dovessero rifiutare pagamenti digitali per qualsiasi importo, che però entrerà in vigore dal primo gennaio 2023.

La seconda misura del governo sarà attuata dal 2023, ma verrà discussa nei primi giorni del nuovo anno. A partire dal primo gennaio 2023 scatteranno sanzioni per i commercianti e i professionisti che rifiuteranno i pagamenti elettronici per qualsiasi importo, anche minimo. È quando introdotto dall’articolo 19-ter del decreto legge 152/21 (il cosiddetto decreto Recovery), aggiunto in fase di conversione in legge. Le multe andranno da un minimo di 30 euro più il 4% del valore della transazione negata. La stessa norma era stata inserita nell’articolo 23 del decreto legge 124/19, collegato alla manovra 2020, ma era stata eliminata nel corso dell’iter parlamentare del provvedimento. L’attuale legge si distingue dalla precedente perché non prevede una soglia minima (prima fissata a 30 euro), il rifiuto viene sanzionato a prescindere dall’importo. La verifica di eventuali violazioni è affidata agli ufficiali, agli agenti di polizia giudiziaria e agli organi addetti al controllo sull’osservanza delle disposizioni, per la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro. Il primo via libera alla normativa è arrivato alla Camera dei deputati il 21 dicembre e ora dovrà passare in Senato entro il 5 gennaio, perché il giorno successivo scadrebbero i 60 giorni di validità del decreto legge.