Frosinone, la città è vuota e in rovina anche la Ciociaria ha il suo 11 settembre

“L’11 settembre rappresenta una data impressa dolorosamente nella memoria storica della città di Frosinone – ha affermato il sindaco Riccardo Mastrangeli – a partire dall’11 settembre 1943, infatti, il capoluogo registrò ben 56 bombardamenti, fino a tutto maggio 1944. L’ottanta per cento della città fu rasa al suolo, tanto da far esclamare ai soldati canadesi appartenenti al Loyal Edmonton Regiment in un messaggio al proprio comando, il 31 maggio del 1944: “La città è vuota e in rovina!”. A guerra conclusa, Frosinone risultò il capoluogo di provincia più devastato in rapporto al numero di abitanti ed al patrimonio edilizio. A ciò si aggiunga il terribile tributo pagato dalla nostra città in termini di vite umane. Tra gli edifici rasi al suolo vi fu anche quello della sede comunale, che da allora venne quindi collocata fuori dal centro storico, presso sedi provvisorie, fino a che la precedente amministrazione, nel 2021, nell’ottica di valorizzare percorsi e simboli identitari per rinsaldare la comune appartenenza alla comunità, non ha restituito alla Città e ai suoi cittadini, con l’apertura della sede comunale a Palazzo Munari, ciò che venne loro violentemente sottratto nel corso della Seconda guerra mondiale. La celebrazione del nostro 11 settembre avviene in un’epoca segnata da diversi conflitti tuttora in corso, tra cui quello, non molto distante da noi, tra Russia e Ucraina, a drammatica testimonianza del fatto che, purtroppo, l’atrocità della guerra non è relegata a un capitolo ormai chiuso della storia dell’umanità. Nella commemorazione dell’11 settembre – ha concluso il sindaco Mastrangeli – la città di Frosinone ribadisce la propria ferma condanna verso ogni forma di violenza e sopraffazione, rivolgendo un pensiero colmo di gratitudine nei confronti di coloro che, mettendo in pratica gli altissimi valori e principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale, hanno permesso al Capoluogo di risorgere dalle macerie di una lunga e sanguinosa guerra”.