Frosinone, in Polonia gli studenti dell’Accademia di Belle Arti

“Artificial Behaviours” è il titolo del progetto realizzato in collaborazione tra le Accademie di Belle Arti di Frosinone e della città di Breslavia, in Polonia, con l’obiettivo di operare su linguaggi ed espressioni artistiche interattive per indagare il rapporto tra comportamenti umani e opportunità digitali. Da questo la mostra in programma nell’Accademia polacca a partire dal 1 marzo e che avrebbe dovuto tenersi già nel 2020 ma che è stata poi rimandata a causa della pandemia. Curatore il professor Mauro Palatucci, in collaborazione con i docenti Donatella Spaziani e Riccardo Bernardi e con il lavoro straordinario degli studenti dei corsi di
Media Art e di Decorazione. «L’operazione progettuale – ha tra l’altro sottolineato Mauro Palatucci – si è tradotta in una profonda intersezione di relazioni comportamentali tra aspetti materiali e immateriali che hanno guidato l’immaginazione degli artisti nella realizzazione di opere “interattive”, da una parte proprio nella manifestazione tecnologica e nel coinvolgimento fisico del visitatore, come nel caso delle opere digitali e delle
installazioni multimediali, e dall’altra interattive nella sedimentazione materica dei comportamenti che hanno portato alla loro realizzazione. Ulteriori interazioni nascono dalle relazioni di senso che si innescano nel panorama visivo dovuto all’accostamento delle opere di natura e medie diversi nel quale si è immersi
nell’esposizione». Particolarmente soddisfatta la direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone,
Loredana Rea. «Artificial Behaviours è un progetto corale, nato dalla collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Frosinone e l’Accademia di Belle Arti Statale Eugeniusz Geppert di Breslavia, che si è sviluppato sull’idea dello sconfinamento linguistico e mediale come snodo centrale della contemporaneità. Il costruttivo confronto tra approcci didattici sviluppatesi in aree culturali differenti si è strutturato e articolato fin da principio sull’analisi di processi creativi generati dalle continue, ricercate interferenze tra l’urgenza di dare forma a un pensiero critico e la trasformazione delle sensibilità artistiche in rapporto con le nuove tecnologie, a
creare un linguaggio sempre pronto a captare i segni di contaminazioni tra azioni e immaginazione. Il risultato non è soltanto il percorso espositivo esemplare, quanto piuttosto la possibilità di delineare un luogo di incontro e di incubazione di modelli e visioni che, di volta in volta, hanno indirizzato i comportamenti e le ricerche degli studenti verso una complessità espressiva indicativa del modo in cui ognuno concepisce la propria soggettività e costruisce il proprio spazio di vita».

Redazione Digital