Frosinone, il sindaco Mastrangeli accoglie il ministro Piantedosi in ricordo del giudice Calvosa

di Riccardo Mastrangeli*

Un saluto ed un benvenuto a Frosinone a S.E. il Ministro Matteo Piantedosi per la Sua presenza a questa iniziativa odierna organizzata dalla Procura della Repubblica nella persona del Dr. Antonio Guerriero, dal Tribunale di Frosinone con il Presidente Paolo Sordi, dall’Ordine degli Avvocati rappresentato dal Presidente Vincenzo Galassi, che è un atto doveroso per far memoria di un evento che ha insanguinato la nostra storia e per rendere omaggio alla figura di tre servitori dello Stato, fedeli ai valori della Costituzione e all’impegno preso di fronte all’intero popolo italiano, Fedele Calvosa, Giuseppe Pagliei e Luciano Rossi.
Il sacrificio del Procuratore della Repubblica Fedele Calvosa, dell’agente Giuseppe Pagliei, dell’impiegato amministrativo Luciano Rossi si inserisce all’interno di un contesto storico macchiato dal sangue di tanti, troppi innocenti.
La nostra giovane Repubblica si è trovata, all’epoca, a fare i conti con il terrorismo politico, con le stragi, con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l’aria avvelenata dallo scontro ideologico.
Le cifre di quei tragici eventi sono impressionanti: centinaia e centinaia di vittime per il terrorismo interno.
Tra di loro appartenenti alle Forze dell’ordine, magistrati, militari, uomini politici e attivisti, manager e sindacalisti, giornalisti, ignari passanti, tra cui donne e bambini. Tutti erano in pericolo, nessuno venne risparmiato da questo clima avvelenato che cercò di mettere in discussione i pilastri stessi della convivenza civile e della democrazia.
In questo quadro, va sottolineato come la ferita inferta ai familiari dei caduti sia stata e sia tuttora una ferita inferta al corpo della Repubblica, fondata sulla nostra Costituzione. Una Costituzione che parla di libertà, di democrazia, di responsabilità, di solidarietà, di rispetto di ogni persona.
Oggi, alla presenza di S.E. il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e delle autorità del territorio, ricordiamo quella terribile giornata dell’8 novembre 1978, in cui persero la vita Fedele Calvosa e i ciociari Pagliei (di Giuliano di Roma) e Rossi (di Sgurgola), in un vile agguato rivendicato dalle formazioni comuniste combattenti, le quali ascrivevano al magistrato la “colpa” di aver emesso un mandato di comparizione nei confronti di 19 operai di una fabbrica tessile, accusati di violenza privata. Quell’atto rappresentava, per i terroristi, “un attacco generalizzato alle lotte operaie”.
Il 4 gennaio 1978 le Formazioni Comuniste Combattenti avevano già ucciso a qualche chilometro di distanza da qui: Carmine De Rosa, Maggiore dei Carabinieri in congedo e capo dei servizi di sicurezza industriale alla Fiat di Cassino.
In quegli anni così difficili per il Paese, l’omicidio di Fedele Calvosa si inseriva nel disegno criminoso volto a sferrare un attacco mortale a uomini considerati pericolosi perché fedeli ai valori della Costituzione sui è fondata la nostra amata Repubblica.
Aldo Moro, dopo l’uccisione a Genova da parte delle BR del magistrato Francesco Coco, nel giugno del 1976, aveva così sintetizzato l’attacco ai valori repubblicani: «Indirizzandosi contro lo Stato, ordinatore e garante, la violenza colpisce tutti e mette in forse la nostra libertà. La risposta non è solo nell’impegno delle autorità competenti nel chiarire la situazione e nel fare giustizia, ma anche nell’unanime reazione morale e politica del Paese e nella compostezza e fermezza con le quali il popolo italiano e le forze politiche sapranno vivere queste ore tristi e difficili della nostra vita nazionale».
Ed è stato il proprio il popolo italiano che, nella sua stragrande maggioranza, ha preso con forza le distanze da chi avrebbe voluto trascinare l’Italia fuori dal novero delle nazioni libere e democratiche.
Ed è oggi quello stesso popolo, e il popolo della nostra provincia, che oggi ricorda e onora il sacrificio di Fedele Calvosa, Giuseppe Pagliei e Luciano Rossi.
Intorno alla loro memoria ci stringiamo commossi per ribadire con determinazione: mai più violenza politica, mai più stragi, mai più esistenze distrutte, vite sottratte, mai più sangue e dolore sparso in nome di ideologie disumane e respinte dalla storia.

*Sindaco della Città di Frosinone