Estate nera, a Veroli i morti non hanno pace

[one_third][/one_third] Estate nera a Veroli, i morti non hanno pace. Accade che un autotrenista quarantenne perde la vita a bordo del suo tir, lasciando moglie e due figli. Pochi giorni dopo fuochi d’artificio nella sua frazione, in barba alla tragica morte avvenuta nei pressi di Bologna e del violento incendio divampato,a ridosso delle abitazioni, in località Giglio di Veroli. Addirittura, negli stessi giorni, anziché tenere le luci spente a Palazzo Campanari, si decide di andare in scena durante i Fasti nel medesimo luogo in cui la stessa moglie del verolano quarantenne venuto a mancare si è esibita più volte con la sua compagnia teatrale. Forse sarebbe servito un pizzico di rispetto.
Accade che un docente di chimica perde la vita dopo aver lottato duramente, mai lesinando però ilarità tra i suoi ex studenti e i suoi tanti amici con cui cinquanta anni fa ha fondato la Pantasema. Nello stesso giorno in cui il teatrante esce di scena menti pensanti scelgono di iniziare a promuovere la Pantasema con tanto di musica, streetband e ragazzi in maschera. Forse sarebbe servito un pizzico di rispetto.
Accade che vengono incendiati i cipressi di Parco della Rimembranza, lì piantati a simboleggiare i caduti in guerra, gli italiani dispersi sui campi di battaglia. Giovani militi che hanno versato il loro sangue per la Patria vengono bruciati vivi come fossero torce umane. Un oltraggio ai defunti difficile da perdonare. Forse sarebbe servito un pizzico di rispetto. Rispetto ormai perduto.