Dalla Puglia al Teatro alla Scala di Milano, Nicoletta Manni nuova étoile

La favola di Nicoletta Manni continua. Ieri, mercoledì 8 novembre, la prima ballerina ha ricevuto la nomina a étoile alla Scala di Milano. Aveva appena concluso la sua performance nel balletto Onegin di John Cranko in coppia con Roberto Bolle, il suo migliore amico e testimone di nozze. E poi, d’improvviso, il colpo di scena. Perché, come ha detto il direttore del ballo Manuel Legris, «quando una ballerina brilla così nelle stelle da diversi anni, allora si possono cambiare alcune regole». E Nicoletta ha brillato da sempre. Trentadue anni compiuti il 28 agosto, ha iniziato a ballare sin da piccola, tra la terra rossa e gli ulivi di Santa Barbara, frazione di Galatina, in provincia di Lecce. E, in particolare, tra le aule della scuola di danza diretta da sua madre, a Copertino. È qui che ha radici e famiglia. E, non a caso, ha scelto questa città anche per un altro giorno memorabile della sua vita: il matrimonio, celebrato nella basilica di Santa Caterina d’Alessandria il giorno di San Lorenzo, con Timofej Andrijashenko, detto Tima, ballerino pure lui. «È stata un’emozione troppo grande, più del solito. Non ci aspettavamo che avvenisse così, all’improvviso. Noi eravamo presenti alla prima, domenica sera, il 5 novembre. Siamo dispiaciuti di non essere stati presenti ieri, ma questo dispiacere è sovrastato da una gioia immensa: siamo al settimo cielo. Nicoletta ha meritato questa nomina, se l’è sudata. È davvero bravissima e questo è tutto merito suo e di tutti i sacrifici che ha fatto, che sono stati ripagati», ha commentato la mamma, Anna De Matteis, insegnante di danza all’Accademia Balletto del Salento. A 11 anni Nicoletta ha superato con il massimo dei voti gli esami della Royal Academy of Dance e a 12 anni è stata ammessa alla scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, dove si è diplomata nel 2009. Dopo il riconoscimento, diciassettenne, è stata ingaggiata dallo Staatsballett di Berlino per tre stagioni. Poi, su invito dell’allora direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, Makhar Vaziev, nel 2013 torna in Italia ed entra nella Compagnia Scaligera. Nel 2014, a soli 22 anni, viene nominata Prima Ballerina del Teatro alla Scala.
Nicoletta è stata Myrtha in Giselle, Odette nel Lago dei cigni, la Fata dei Lillà nella Bella addormentata nel bosco, e ancora Giulietta e la Regina delle Driadi: una vita sul palco, scandita a suon di applausi e passi di danza. Anche un anno fa, la promessa di nozze fatta da Tima è avvenuta in grande stile e sotto i riflettori, proprio come la nomina a étoile: Timofej e Nicoletta ballano insieme sulla scena di Romeo e Giulietta, all’Arena di Verona, in occasione dello spettacolo Bolle and Friends; poi lui s’inginocchia e le chiede la mano. Il tutto davanti a un pubblico commosso e colto di sorpresa.
La vita di Nicoletta (e Tima) ha anche una colonna sonora. Se i passi sono quelli di danza e la classicità regna sovrana, la musica per la ballerina deve avere anche una nota rock. E questa viene dalla voce di Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro e amico fraterno della ballerina, con cui condivide la passione per l’arte e la città d’origine, Galatina. Nicoletta e Tima, infatti, erano tra gli ospiti speciali di “N20 Back Home”, il grande concerto che ha celebrato ad agosto i vent’anni della band. Una storia d’amore nata sul palco, la loro, conosciuta da milioni di persone proprio attraverso quel video diventato virale, in cui la ballerina ha accettato l’anello osservando commossa il suo futuro sposo. Una storia legata dalla comune passione per la danza: i due si sono incontrati la prima volta nel 2012, a Milano, per il premio Mab, competizione per cui erano rivali. Poi, due anni dopo, si sono ritrovati, insieme, alla Scala come primi ballerini. Così è cominciata la loro partnership artistica, battezzata dai ruoli di Albrecht e Giselle. E galeotto fu il balletto: sono passati undici anni da quando si sono incontrati per la prima volta e, da allora, condividono abbracciati ogni momento. «Lo ha meritato. Sono contento, noi lo sognavamo», ha detto suo marito in occasione della nomina a étoile. corriere.it