Cannabis, chi consuma marijuana aumenta il rischio di problemi cardiovascolari

Chi consuma marijuana quotidianamente aumenta del 34% il rischio di coronaropatie negli anni successivi. La correlazione tra l’assunzione giornaliera di cannabis e l’aumento significativo di problemi cardiovascolari, provata con un ampio studio americano su 175.000 persone, ha mostrato che le droghe “leggere” sono in realtà “pesanti” per il cuore. «I risultati dell’indagine indicano che chi utilizza quotidianamente marijuana ha un incremento del 34% del rischio di coronaropatie rispetto a chi non fa uso di cannabis, mentre il consumo sporadico mensile non è associato a un incremento significativo. Questi dati dimostrano che esistono danni correlati all’impiego di questa sostanza non ancora sufficientemente approfonditi, che invece è opportuno conoscere. Sappiamo che con altre droghe, per esempio la cocaina, i danni cardiovascolari sono frequenti e gravi, tanto da aver comportato un incremento significativo nel numero di infarti in persone molto giovani, anche con meno di 40 anni. Queste nuove evidenze preoccupano, perché indicano che qualcosa di analogo potrebbe avvenire con l’uso di droghe ancora più diffuse come la marijuana o l’hashish derivati dalla cannabis. Del resto sappiamo che in cuore e vasi ci sono recettori per i tetraidrocannabinolo, il mediatore degli effetti psicoattivi della cannabis, che proprio interagendo con tali recettori sembra in grado di indurre infiammazione locale e quindi favorire la comparsa di placche aterosclerotiche che possono provocare coronaropatie», spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC). corriere.it