Caffè a 4,50 euro, ecco quanto costerà al bar nel 2050

Immaginiamo i prezzi dell’Italia nel 2050. Parametrandoli allo storico di crescita dell’inflazione. Un’analisi suggestiva basata su solidi fondamenti scientifici che finisce per interrogarci sulla necessaria crescita dei salari da qui ai prossimi anni. Altrimenti il carovita, già diventato insostenibile per la classe media, diventerà ancor più intollerabile con possibili pesanti ripercussioni sulla tenuta della società nel suo insieme. Nell’elaborazione ci facciamo aiutare da Moneyfarm che in esclusiva per il Corriere della Sera ha realizzato una fotografia prospettica da qui ai prossimi 25 anni, a conti fatti l’arco di un altro Giubileo. Così scopriamo che una tazzina di caffè al bar, a quella data, potrebbe arrivare a costare 4,26 euro, solo per effetto dell’inflazione. Per capire come avviene questo calcolo partiamo dalle premesse metodologiche. Prendiamo ad esempio in considerazione che negli ultimi venticinque anni l’inflazione media si è attestata intorno all’1,9%, valore sovrapponibile al target del 2% stabilito dalla Bce. Ciò significa che nel 2050 i prezzi potrebbero crescere di oltre la metà rispetto a quelli del 2024 (+64%). Il conto cambierebbe, e in peggio, se si prendesse come riferimento l’inflazione media dal 1948 ad oggi, pari al +5,2% su base annua: in questo caso, nel 2050 il carovita toccherebbe il +255% rispetto al 2024. Nella prima ipotesi, la spesa media di una famiglia passerebbe dagli attuali 2.128 euro a 3.491 euro al mese, nella seconda, la stessa spesa media mensile arriverebbe a sfiorare i 7.560 euro, con un delta di oltre 65.000 euro su base annuale. Tra i soggetti maggiormente tutelati contro l’aumento dell’inflazione ci sono i pensionati: ad oggi, per gli assegni pensionistici fino a 2.394 euro lordi la rivalutazione annuale è pari al 100%. Per gli importi superiori la percentuale scende al 90% e al 75%. Per i lavoratori, invece, i dati sono contrastanti. Se il rapporto Inapp mostra un aumento dei salari reali dell’1% tra il 1991 e il 2023, uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro segnala che l’Italia si è distinta per un calo dell’8,1% in termini di potere d’acquisto tra il 2008 e il 2024. corriere.it