Benzina, record in Italia il prezzo cala ecco perché
Da circa una settimana i prezzi dei carburanti sono tornati a scendere, tanto che la benzina ha raggiunto il livello più basso dal primo gennaio 2023, data in cui sono state reintrodotte pienamente le accise dopo il taglio attuato nel periodo pandemico. È quanto emerge dai dati riportati dall’Osservatorio prezzi carburanti del ministero delle Imprese e del made in Italy. Secondo le ultime rilevazioni, il prezzo medio della benzina in modalità self è 1,749 euro al litro (1,752 la rilevazione precedente), con le compagnie tra 1,730 e 1,767 euro al litro (no logo 1,742). Il prezzo medio praticato del diesel è 1,632 euro al litro (rispetto a 1,634), con i diversi marchi tra 1,614 e 1,649 euro al litro (no logo 1,626). Stando all’elaborazione di Quotidiano Energia sui dati aggiornati alle 8 di ieri 19 settembre, si assiste alla terza seduta consecutiva in aumento per le quotazioni internazionali dei raffinati, soprattutto sulla benzina, ma le medie nazionali dei prezzi praticati sulla rete italiana continuano a mostrare segnali di assestamenti al ribasso. Sul servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 1,898 euro al litro (1,900 il dato precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 1,823 e 1,974 euro al litro (no logo 1,804). La media del diesel servito è 1,780 euro al litro (contro 1,782), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,709 e 1,857 euro al litro (no logo 1,688). I prezzi medi praticati del Gpl sono tra 0,726 e 0,747 euro al litro (no logo 0,709). Infine, i prezzi medi del metano auto vanno da 1,340 a 1,436 euro al kg (no logo 1,349). La dinamica del prezzo dei carburanti segue i timori di un rallentamento della crescita economica nei paesi occidentali. Le quotazioni del petrolio, infatti, scontano da qualche settimana la convinzione che l’economia americana sia entrata in una fase di rallentamento. Il che comporterebbe una minore domanda di petrolio da parte dell’economia a stelle e strisce. Anche la recente decisione della Fed di ridurre il costo del denaro più nettamente delle previsioni della vigilia (la banca centrale Usa ha ridotto i tassi d’interesse dello 0,50% invece del preventivato 0,25%) sembra testimoniare la preoccupazione degli addetti ai lavori per una imminente frenata economica. Fatto che comporterebbe una minore domanda di energia, come detto, e quindi anche di carburanti. corriere.it