Attraversa lo Stretto camminando su un cavo, dalla Calabria alla Sicilia
In un giorno ancora da definire del mese di luglio (quando il meteo e il vento saranno ideali e tutti i permessi concessi) un giovane atleta estone proverà ad attraversare lo Stretto di Messina senza utilizzare un’imbarcazione, senza volare a bordo di un elicottero o nuotare come tradizione nei mesi estivi. Jaan Roose, 32 anni, camminerà: camminerà su un cavo piatto sottilissimo (19 millimetri di sezione) teso a oltre 200 metri sul livello del mare tra i piloni oggi abbandonati che portavano l’energia elettrica in Sicilia dalla Calabria, quelli di Santa Trada e Torre Faro. Jaan è uno specialista di slacklining (così si chiama la disciplina del camminare sul filo, in voga dagli anni Ottanta del secolo scorso) che ha già passeggiato in bilico tra grattacieli negli Emirati Arabi, creste rocciose in Africa, cascate gelate nella sua Estonia. Ma se dovesse riuscire nell’impresa, progettata e sponsorizzata dal Team Red Bull, i 3.646 metri percorsi saranno il più lungo esercizio di equilibrio mai coperto da un essere umano: l’attuale record, stabilito sulle Alpi francesi, è di 2.710 metri. Il coefficiente di difficoltà dell’esercizio è molto alto. Né Jaan né i suoi collaboratori sono in grado di prevedere il tempo esatto di percorrenza, stimato tra le tre e le quattro ore: un’ultramaratona durissima per il fisico e la mente considerato che Roose non si può fermare a riposare ma decontrae muscoli e articolazioni solo con piccoli esercizi in movimento. Jaan è abituato ai venti forti (il limite di agibilità è di 6 metri al secondo), quelli sullo Stretto hanno però anche la caratteristica di cambiare spesso di direzione mettendolo in difficoltà. Il passo dovrà essere estremamente regolare, l’idratazione anche (tramite uno zainetto) in condizioni di probabile grande calore. In caso di difficoltà o emergenza, sono previste varie procedure la più estrema delle quali è l’evacuazione in elicottero. Jaan che di solito cammina a piedi nudi vestirà delle scarpette con una suola flessibile per evitare il formarsi di piaghe. Anche dal punto di vista tecnologico l’impresa presenta non poche difficoltà. Roose camminerà su un cavo di Dyneema, una fibra sintetica di polietilene ad altissima resistenza (impossibile che si spezzi) che verrà trasportata in elicottero da una parte all’altra dello Stretto e poi tesa alla sommità dei due piloni dove l’estone salirà tramite le scale di servizio. Oltre alla slackline su cui si muove l’atleta ce ne sarà una seconda parallela di backup: Jan sarà assicurato al cavo da una corda elastica che in caso di caduta gli permetterà di tornare rapidamente in sella. Che sensazioni prova Jaan Roose durante un’impresa del genere? «Mentre sono in quota sento un po’ di eccitazione, un po’ di paura, un po’ di fastidio per dover attraversare una distanza così lunga. E’ la sensazione di sfidare me stesso: non ho avversari». Sul piano della concentrazione il discorso si fa più complesso. «Dal punto di vista mentale, cerco di concentrarmi su ciò che sta accadendo in tempo reale in ogni determinato momento – spiega Roose – come ad esempio se la linea è stabile, se posso camminare più velocemente? Se la situazione diventa più difficile a causa del vento o da qualsiasi altra perturbazione come oggetti in movimento cerco di ridurre al minimo la distrazione concentrandomi sull’obiettivo finale e facendo un passo alla volta». A certificare l’impresa – che entrerebbe dritta nel Guinness dei Primati – un gruppo di osservatori con il binocolo puntato verso il cielo a bordo di imbarcazioni di servizio che navigheranno tra le feluche dei pescatori di pesce spada, i traghetti di linea, i giganteschi traghetti che incrociano lo Stretto e, magari, tra coloro che affrontano la traversata a nuoto a cui la Capitaneria di Porto ha concesso ben 12 slot nel mese di luglio, il più propizio all’impresa. corriere.it