Amadeus lascia la Rai, più soldi da Warner Bros segue Fabio Fazio

Rai o Nove? Il bivio è vicino e Amadeus sembra ormai prossimo a lasciarsi alle spalle la tv di Stato per imboccare la strada del gruppo Warner Bros. Discovery: quello che fino a qualche mese fa sembrava impossibile, oggi è molto vicino. Così Amadeus avrebbe comunicato in via informale ai vertici di Viale Mazzini l’intenzione di non rinnovare il contratto in scadenza a fine agosto. Il conduttore ha riflettuto a lungo e il risultato è che non si sente più a suo agio in Rai: se prima — re Mida degli ascolti — non veniva messo in discussione, oggi c’è chi pensa che si possa fare a meno di lui. Amadeus ha capito che la Rai è spaccata sul suo nome (l’ad Sergio lo vuole, il dg Rossi ne farebbe a meno) e ha messo i pesi sulla bilancia. Da una parte c’è una lunga storia di successi, culminata con cinque Sanremo consecutivi, dall’altra c’è la possibilità di avere più soldi, ma anche più libertà. Un discorso che sembra assomigliare terribilmente a quello di Fabio Fazio, che a un certo punto ha deciso (o gli hanno fatto decidere, poco importa a questo punto) che era meglio traslocare. Un trasloco che ha lasciato Rai3 a terra e ha fatto volare il Nove. Di mezzo non ci sarebbe invece un terzo incomodo, nel senso che Mediaset — che pure stima e apprezza Amadeus — non è in corsa per ingaggiarlo. Non a caso Fiorello si è spinto ad allusioni chiare durante la diretta di VivaRai2!, giocando sempre in bilico tra ironia e serietà: «Ci sono cambiamenti in atto. Non sono autorizzato a dire niente, ma vi dico solo che Amadeus è salito al Colle a dare comunicazioni su qualcosa…». Quindi l’accenno con la tromba al lugubre Silenzio fuori ordinanza: «Lo dedico alla Rai». Nel caso in cui Amadeus accettasse la proposta del Nove avrebbe un doppio impegno: potrebbe portare in dote I Soliti Ignoti (il contratto per i diritti del format è in scadenza) e potrebbe condurre anche un altro programma (un evento musicale). Il conduttore sa che non potrà travasare sul Nove gli oltre cinque milioni di spettatori che lo seguono ogni giorno ad Affari Tuoi. E sa che la parentesi che ebbe a Mediaset (tra il 2006 e il 2008) si rivelò un flop: andava a guadagnare di più, poi rimase fermo per due anni («ero passato dall’essere uno che faceva picchi di ascolto a uno a cui non squillava il telefono»). Ma gli ultimi dubbi sembrano evaporati. Il tempo delle scelte è tornato a bussare. corriere.it