Africano picchiato dai Carabinieri, “Ero senza documenti mi hanno preso a pugni li denuncio”

«Io non ho fatto niente, non ho fatto niente». Lo ripete più volte Idrissa Diallo, 23enne della Guinea, protagonista del violento arresto avvenuto in pieno centro a Modena, in Largo Garibaldi, ad opera di una pattuglia dei carabinieri.
È molto scosso e provato, ha da poco lasciato il pronto soccorso del Policlinico di Modena, dove è stato accompagnato nella serata di mercoledì 13 marzo perché non si sentiva bene. La scena della violenza, avvenuta è stata ripresa e postata su un social. Il video è diventato virale e ha scatenato reazioni controverse. «Stavo aspettando il bus per andare a lavorare, erano le 9. Ho visto arrivare i carabinieri che mi hanno chiesto i documenti. Gli ho detto che non li avevo con me. Hanno guardato nel mio zaino, nel frattempo gli ho detto che potevo chiamare qualcuno per farmeli portare, ma niente» queste le sue parole. A quel punto i carabinieri lo hanno invitato a seguirli in caserma per l’identificazione, ma alla sua resistenza uno dei militari lo ha colpito con pugni al volto e al corpo caricandolo a forza in auto. 
«Voglio denunciare. mi hanno picchiato senza motivo, io non ho fatto nulla» continua Idrissa. «A Modena non era mai accaduta una cosa del genere, finora cose così le avevo viste solo nei filmati americani – ha commentato invece l’avvocata Barbara Bettelli, che difende il ragazzo – Si sono accaniti con una violenza non necessaria. Se una persona si oppone a un controllo legittimo va contenuta, non picchiata. Ho già chiesto gli atti e sicuramente chiederemo i danni per quanto è accaduto». 
Processato per direttissima, il giudice ha convalidato l’arresto e lo ha rimesso in libertà, il 18 aprile dovrà rispondere di oltraggio a pubblico ufficiale e danneggiamento. I vertici dei carabinieri hanno subito avviato i necessari approfondimenti sulla vicenda e i due militari sono stati temporaneamente destinati ad altri incarichi. Il materiale multimediale è stato acquisito dai carabinieri e trasmesso alla Procura della Repubblica per le valutazioni di competenza.  Arrivato in Italia con un barcone sette anni fa, regolare e con permesso di soggiorno, Idrissa da sei anni lavora al ristorante «Ci risiamo» di San Damaso (frazione di Modena) ed è molto apprezzato da colleghi e titolare. «È un ragazzo meraviglioso ed è un grande lavoratore. È partito come lavapiatti, ora è lo chef dei secondi, ha fatto carriera – ha raccontato Mario Campo, titolare del ristorante . È sempre stato puntuale, oggi è in ospedale e già ci manca. Mi chiama papà Mario, c’è un grande affetto, lo sosterremo e lo aspettiamo a braccia aperte». corriere.it