Abusa della moglie ricoverata in ospedale, “Sono Satana e devo farti morire”

«Io sono Satana e devo farti morire». È una delle ultime frasi di Salah Kabrawi, 29 anni, alla moglie Alessandra Mulas, 55 anni, giornalista specializzata in Medio Oriente, in ospedale perché malata terminale di tumore. Tanto che morirà qualche giorno dopo, il 2 settembre del 2020.
Il marito è sotto processo per maltrattamenti e violenza sessuale. 
Secondo la ricostruzione della Procura, l’imputato, nato in Siria, il giorno in cui ha pronunciato quelle parole è stato cacciato dal Campus Bio-Medico dove la moglie era ricoverata. Poco tempo dopo Kabrawi è tornato al capezzale della moglie con l’intenzione, sempre per l’accusa, di molestarla. Il marito sarebbe riuscito ad allungare le mani su Mulas nonostante la sua opposizione e benché fosse in terapia intensiva. L’abuso si sarebbe consumato nell’agosto di quattro anni fa. Ed è stato l’ultimo incontro della coppia. «Il processo dimostrerà che le accuse sono pretestuose. Si sono amati. E lui non ha avuto nulla in eredità», dice l’avvocato Gennaro Santoro, legale dell’imputato.
La coppia si sposa nel dicembre del 2018, dopo che Mulas e Kabrawi si conoscevano da qualche tempo. Il rapporto, almeno per la Procura, è difficile. E non solo per la differenza di età, avendo il giovane 26 anni in meno. L’imputato infatti si rivela un «marito padrone», come recita il capo d’imputazione. Non vuole che la venga a trovare nessuno, né amici, né familiari. Lei si sente isolata, ma non riesce a infrangere la barriera che lui le ha costruito intorno. In un’occasione litigano così duramente che Kabrawi la rinchiude in bagno. A quel punto Mulas, per evitare che l’episodio si verifichi una seconda volta, nasconde le chiavi delle porte di casa. La mania di controllare la moglie spinge Kabrawi a rispondere al suo telefono per sapere chi la chiama. 
Talvolta, quando si accorge che lei non gli presta le attenzioni desiderate, compie atti di autolesionismo, così da tormentarla per avere ciò che vuole. Il momento più tragico del rapporto coincide con la scoperta della malattia. A quel punto diventa inevitabile il ricovero di Mulas. Kabrawi l’assilla, pretendendo che lei gli intesti i beni. In particolare, vuole una casa. La moglie, però, resiste. Un calvario, così come lo inquadra la Procura, che terminerà solo con la morte della giornalista. corriere.it