Via Crucis bloccata da Facebook, “Genitali coperti ma il crocifisso è nudo”

La lettera scarlatta degli algoritmi puritani ha marchiato, implacabile, pure la Passione. Neanche la decenza di coprirlo un po’ di più, quel Gesù di Nazaret, mentre lo inchiodano a una Croce. Bloccato, cancellato. È successo durante la Via Crucis del Venerdì Santo, nel corso della diretta video su Facebook di Radio Maria, quattro milioni di ascoltatori settimanali e quasi due che la seguono sul social media di Menlo Park. L’immagine del Crocifisso non è sfuggita all’intelligenza, si fa per dire, artificiale: «Abbiamo rimosso il tuo contenuto. Sembra che tu abbia condiviso o inviato immagini di nudo o atti sessuali». Padre Livio Fanzaga, che è un uomo di spirito, la prende con ironia: «La cosa strana è che quel Crocifisso lo abbiamo messo su Facebook altre volte, in passato, ma si vede che prima non c’era l’intelligenza artificiale. Adesso invece sì».
Da Facebook non arrivano reazioni ufficiali, lo considerano una sorta di incidente di percorso dei loro sistemi di controllo, ogni tanto capita: la società fa sapere che in effetti il Crocifisso è stato bloccato a causa di una «identificazione errata» del software che valuta in tempo reale le immagini postate su Facebook come su Instagram. Strano, dicono pure loro, perché il Cristo ha genitali coperti e il software si mette in allarme solo con quelli. Un po’ come i mutandoni alle figure di Michelangelo nella Sistina, quasi cinque secoli fa, in piena Controriforma. Può essere, si spiega, che abbia scambiato il petto del Cristo per un petto femminile, cosa che a quanto pare la censura californiana considera con orrore.
Il Cristo in questione, comunque, arriva dalla Val Gardena, celebre per i suoi crocifissi lignei. Padre Livio, 83 anni, direttore-simbolo dell’emittente, racconta che lo donarono qualche decennio fa, quando Radio Maria aveva ancora sede in via Turati, a Milano, e la cappellina stava in un seminterrato: «Ce lo ha portato un camionista che lo ha scaricato e se ne è andato senza altre spiegazioni, era proprio un venerdì a mezzogiorno». Da allora il Crocifisso sta accanto all’altare , nella cappella dell’emittente, e la sua immagine è divenuta familiare al pubblico. Venerdì veniva inquadrato in diretta mentre la radio diffondeva la registrazione di una via Crucis guidata da padre Livio a Medjugorje, qualche anno fa. Finché la caporedattrice Roberta Zappa, che segue anche la Rete, si è accorta che qualcosa non andava: «Il post è sparito, lo avevano eliminato. E intanto gli ascoltatori hanno cominciato a chiamarci per chiedere cosa fosse successo…». Di lì a poco è arrivata la mail di Facebook che comunicava la rimozione. A quel punto Radio Maria ha rimesso il post, ma anche quando finalmente è rimasto le cose non funzionavano, «avevamo seicento persone che seguivano la diretta Facebook e sono diventate una ventina, come se fossero state messe delle restrizioni». Radio Maria ha poi postato una spiegazione per gli ascoltatori: «Chiediamo scusa a tutti gli amici che seguivano la prima parte della Via Crucis in adorazione del Signore in Croce. Facebook ha eliminato il post per “contenuto immagini nudo”. E ha ristretto i parametri di visualizzazione. Forse Facebook non sa che il Cristo fu spogliato delle vesti ma le parti intime coperte con panni . E pensare che è morto in croce anche per loro». L’indomani, il profilo Facebook di Radio Maria ha mostrato il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, capolavoro assoluto custodito nella Cappella Sansevero di Napoli. E almeno lui, nonostante le trasparenze prodigiose del marmo, è riuscito a superare indenne i controlli. corriere.it