Veroli-“Ho falsificato la firma di mia madre per giocare a basket e in campo a tu per tu con Kobe Bryant”

A Veroli spesso padri e figli hanno giocato a pallacanestro. Talvolta anche le madri. Pochi però hanno ottenuto i risultati di Roberto e Alceste Zeppieri. Intervistati dalla direttrice di Area C quotidiano, le due stelle del basket giallorosso hanno raccontato le loro esperienze senza tralasciare aneddoti e curiosità.

Roberto e Alceste Zeppieri, padre e figlio con la stessa maglia giallorossa, cosa significa?
Alceste: «E’ quasi un naturale processo di evoluzione, seguire le ombre di chi è un tuo riferimento. E senso di appartenenza verso un paese che del basket ha fatto un segno distintivo e speciale. Un legame che ti porti per tutta la vita». Roberto: «Sono arrivato tardi ad indossare la maglia giallorossa. Avevo 14 anni quando per le insistenze di Giovanni Coccia presi per la prima volta in mano un pallone da basket. Alceste invece ha mostrato subito grande passione per questo sport quindi l’iter verso il giallorosso è stato normale».

Come e quando avete iniziato a giocare a pallacanestro?
Alceste: «Se parliamo di gioco da subito dopo le fasce, tirando qualsiasi cosa avesse forma sferica dentro qualsiasi altra potesse contenerla, un vaso, il secchio della spazzatura, un portacenere. Palleggiando ed entrando in campo, o piuttosto essendo sempre in mezzo ai piedi, quando mio padre allenava». Roberto: «Ho iniziato a giocare negli anni ’50, palloni di cuoio e campi di terra con le righe fatte da mattoni rossi conficcati nel terreno».

Il ricordo più bello?
Alceste: «Una serata che a ripensarci ho quasi la sensazione che non sia stata reale. Provino con la Sebastiani Rieti, io in campo assieme a Phil Melillo, Sanesi, Dan Gay e l’incredibile Joe Bryant che passò quasi tutto l’allenamento a cercare di allontanare dal campo il figlioletto Kobe di 7 anni, bimbo che successivamente qualcosina su un campo di basket la fece vedere…». Roberto: «Il ricordo più bello è senz’altro quello della promozione in serie A. Non mi sembrava vero pensando che solo tre anni prima giocavo in Promozione».

Qual è stato il primo campo?
Alceste: «Trofeo Coca Cola vecchio campo di Anagni, un pallone dì gomma che rimbalzava come una palla matta ma ci sembrò come giocare al Madison Square Garden». Roberto: «Il primo campo è stato quello del convitto comunale, almeno quello ci accomuna tutti».

Quanto vi piace il nuovo palazzetto dello sport?
Alceste: «Esiste a Veroli un nuovo palazzo dello sport dove si gioca a basket?». Roberto: «Eccezionale. Spero che quanto prima Veroli possa avere una squadra degna di tale impianto».

Un aneddoto che non si conosce?
Alceste: «Dopo una brutta polmonite, ancora in convalescenza uscii di casa indossando, sotto il maglione e i pantaloni, i calzoncini e la canottiera della juniores e di nascosto andai a giocare la finale del torneo contro una squadra di Roma, campo neutro di Anagni. Tutti mi chiesero che ci fai qui e io: sono venuto a giocare. Giocai tutta la partita fino agli abbracci finali coi miei amici per una vittoria che è rimasta nella nostra memoria». Roberto: «Nel primo anno di serie C dovendo andare in trasferta a Cagliari con l’aereo, siccome ero minorenne, dovetti falsificare la firma di mia madre per poter partire. Per fortuna lei lo seppe solo l’anno dopo».

Il punto più alto della vostra carriera cestistica?
Alceste: «La serie B col Palestrina Basket, non potevo camminare per la cittadina che la gente mi fermava per offrirmi per forza qualcosa, anche lì ho lasciato bei ricordi e amici». Roberto: «Il punto più alto della mia carriera è stato nel 1958-59 quando con la Giuliana ho giocato nel campionato di serie A».

Il quintetto ideale dalla nascita del Basket Veroli ai giorni nostri?
Alceste: «Mi sia consentito uno strappo alla regola imposta dalla domanda.
Migliore squadra di sempre la mia cara vecchia incredibile juniores (assieme a Pietro Zeppieri, Roberto Lella, Gerardo Costa, Getullio Angeletti, Andrea Todini, Giuseppe Magnone, Alessandro Schiavetta, Raffaele Fiorini, Salvatore Melillo) partimmo dal trofeo Coca Cola prendendo 60 punti da tutti e finimmo con l’arrivare alla juniores vincendo campionati a mani basse. Quintetto ideale Roberto Zeppieri, Fabrizio Iannarilli, Luciano Mauti, Giancarlo Fiorini, Giuseppe Fiorini. Allenatore: Giovanni Coccia».
 Roberto: «Giancarlo Fiorini, Luciano Mauti, Fabrizio Iannarilli, Giuseppe Fiorini, Alceste Zeppieri».