Veroli, “arbitro” che siede tra i banchi della maggioranza e non al centro dell’aula come Adriano Uccioli

Consiglio comunale: domande e risposte mancate. Prima puntata.

di Marco Bussagli

Adesso la prassi – legale, per carità –, inaugurata dal presidente del consiglio comunale di Veroli – che, sia detto per inciso, siede da inizio legislatura in uno scranno posto fra i banchi della maggioranza e quelli della giunta, quando invece dovrebbe stare, come in tutte le aule democratiche (mi ricordo Adriano Uccioli seduto in mezzo, col suo banchetto), al centro dell’aula consiliare – è questa: lo spazio per le interrogazioni si apre a intermittenza. Il fatto è singolare perché le interrogazioni (sempre dell’opposizione perché per la maggioranza, ovviamente, tutto va bene) dovrebbero servire ad accendere i riflettori sulle questioni che i cittadini fanno arrivare a Palazzo Mazzoli grazie ai loro rappresentanti, cioè i consiglieri democraticamente eletti. Anzi, il bravo consigliere, secondo me, qui, deve fare il ventriloquo e riferire quello che la “pancia” delle persone (non della gente che pare una massa informe) richiede con voce più o meno sommessa. Si tenga presente che ci sono cinque giorni a disposizione per presentare le interrogazioni dall’indizione del Consiglio. Allora, per non incorrere in problemi normativi, io le ho presentate addirittura prima che s’indicesse il consiglio. Tuttavia, nell’ordine del giorno che mi è arrivato per il prossimo consiglio, non risulta previsto lo spazio per lasciar voce ai consiglieri. Eppure, quello che avevo chiesto non riguardava me, ma questioni già più volte sollevate e care ai cittadini. Tra queste trasporti pubblici, autovelox, assessorato al commercio, staff del sindaco.