Veroli-“A rischio la salute di tutti, più di 300 positivi ma il consiglio comunale si fa in presenza”

A distanza di un anno dallo scoppio della pandemia sembra che i preventivi per dotare il consiglio della strumentazione necessaria per svolgere riunioni a distanza debbano ancora arrivare (sic).

Altri comuni d’Italia si riuniscono già da diverso tempo utilizzando piattaforme online, addirittura scaricabili dal cellulare.

Veroli preferisce l’Aula Magna, più spazio per tutti. Non solo, in presenza anche le restanti conferenze a cui partecipano i consiglieri comunali. Bussagli e Papetti bocciano questa modalità.

“I proverbi saranno banali, ma del loro fondo di verità non si può certo dubitare ‘Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’, recita un adagio a tutti noto – hanno affermato i consiglieri comunali Marco Bussagli e Cristiano Papetti – Nessuna patologia; solo la volontà di fare di testa propria e questo potrebbe anche essere un bene se le scelte non fossero contro l’evidenza e il buon senso. Così, 31 persone contagiate da Covid-19 in una sola giornata nel territorio del Comune di Veroli (che è zona rossa, insieme al resto della Provincia di Frosinone, dal 6 marzo scorso) non sono bastate all’Amministrazione della Città ciociara per rinunciare all’improvvida idea di convocare la riunione dei Capi-gruppo dell’assise comunale in presenza. Argomento? Emergenza Covid-19. Coerenza? Assoluta dal punto di vista della nostra Amministrazione che, dall’inizio della pandemia, fa orecchie da mercante alle continue richieste di Fratelli d’Italia di svolgere questo tipo di riunioni e altre ancor più importanti, come il consiglio comunale, da remoto”.

“Non è un capriccio dell’opposizione – hanno aggiunto – Sarebbe un segno rispettoso delle persone e dei vari D.P.C.M. che, da mesi, raccomandano proprio come quello del 2 marzo scorso firmato da Mario Draghi – quanto segue: «Nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni». (Capo III, art. 13, c. 3). Ora è del tutto evidente che per tali «motivate ragioni» s’intendono sopralluoghi o presa visione di documenti intrasportabili. Per il resto, la tecnologia mette tutti nelle condizioni di lavorare ciascuno dal proprio computer in collegamento con gli altri, come in presenza, ma al sicuro. C’è, però, chi fa orecchie da mercante e pensa che le indicazioni del presidente del consiglio Draghi siano parole vuote e inutili, mettendo a rischio la vita propria e quella degli altri. Una deroga che nessuna Amministrazione può permettersi di adottare”.

Redazione Digital