Tutti scelgono lo Scientifico, flop iscrizioni liceo Made in Italy

I Licei continuano a essere preferiti: con il 55,63% di domande sul totale delle iscrizioni, sono stati scelti da oltre la metà degli studenti. Gli istituti Tecnici e i Professionali mostrano un lieve trend in crescita: i primi rilevano il 31,66% (contro il 30,9% dello scorso anno) e i secondi il 12,72% (contro il 12,1 % dello scorso anno) delle iscrizioni. Ma non c’è stato il boom atteso per le due novità di quest’anno. Al liceo made in Italy sono arrivate solo 375 iscrizioni, lo 0,08%, «una media di 4 iscritti per ognuno dei 92 licei che hanno attivato questo percorso», sottolinea la senatrice di Avs Aurora Floridia: un flop annunciato in molte città, dove a pochi giorni dalla scadenza gli istituti si erano tirati indietro. Il ministro delle Imprese e del Made in Italya Adolfo Urso minimizza e parla di «un buon inizio» per questo indirizzo che «potrà migliorare in questo anno pilota».
Non è andata tanto bene neanche ai nuovi istituti sperimentali tecnici professionali col percorso breve 4+2, che sono stati scelti da 1669 studenti, pochi per riuscire a riempire le prime classi di tutte e 172 le scuole che avevano scelto di aderire alla sperimentazione. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara parla comunque di «un risultato importante e non scontato»: «È importante», prosegue Valditara, «aver ampliato l’offerta formativa a disposizione degli studenti italiani venendo incontro alle esigenze e alle nuove sfide del mondo del lavoro, è la strada giusta per una scuola di successo per i nostri ragazzi».
Dura la Cgil scuola, che parla di «bocciatura delle famiglie»: «Nonostante l’ostentata soddisfazione del Ministro, non aver cercato una reale condivisione con chi la scuola la vive è stato un errore e il fallimento delle iscrizioni lo dimostra. A questo punto il Governo si fermi, non si fanno le riforme contro il personale e contro gli studenti».
Ma andiamo a vedere nel dettaglio. Nonostante la leadership dei licei, c’è un lieve calo rispetto allo scorso anno: 55,63% contro il 57,10% del 2023/24. Lo scientifico conferma il suo primato con oltre un’iscrizione su quattro che lo sceglie (25,59% nelle sue tre declinazioni: tradizionale, 13,74%,, scienze applicate, 9,75%, e sportivo, 2,10%), con il classico che tiene (5,34%) ormai superato stabilmente dall’indirizzo scienze umane (10,97% nelle due opzioni, scienze umane e opzione economico sociale). Nei dati forniti dal ministero dell’Istruzione e del Merito spicca il settore economico per i tecnici (con il turismo al 3.02%), mentre tra i professionali Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera è di gran lunga in testa con il 4,02%. Interessante vedere anche la distribuzione geografica delle iscrizioni: il Lazio è la regione dove i licei sono più amati, con il record del 69,3% delle domande, mentre Veneto (45,9%) e Emilia Romagna (45,2%) sono le regioni ad alta vocazione industriale e turistica dove i licei «tirano» meno. I tecnici sono richiesti soprattutto in Veneto (39,3%), poco in Campania (26,3%), e anche i professionali vedono il record di iscrizioni in Veneto (14,8%), il tasso più basso nel Lazio (7,3%). I dati indicano alcune linee di tendenza da esaminare con attenzione, rileva Mario Rusconi, capo dei presidi del Lazio: «La scarsa adesione al liceo classico impone una riflessione sulla riconosciuta valenza formativa delle discipline el mondo antico che necessitano però di essere rivitalizzate da una contaminazione con le tematiche dell’attualità, dall’ambientalismo alle fonti energetiche alla risoluzione dei conflitti». Per quanto riguarda il tema 4+2 , vale a dire i 4 anni di istituto tecnico professionale a cui seguono due anni di istituto tecnico superiore, secondo Rusconi «ha trovato invece una significativa adesione delle famiglie, trattandosi tra l’altro di un progetto sperimentale che dovrà essere normato per legge. A mio parere, per un duplice motivo: sia perché con 4 anni invece di 5 si è in linea con le tendenze delle scuole superiori in tutta Europa, sia perché la possibilità successiva ai 4 anni di accedere a questa sorta di mini laurea, che è l’Its Academy, dà la quasi certezza di trovare un posto di lavoro, richiesto dalle industrie, le aziende e il mondo della produzione». Meno positive, ammette Rusconi, «le notizie sul liceo made in Italy, che probabilmente ha bisogno di essere meglio definito e comunicato alle famiglie». corriere.it