Troisi, contro i cliché su Napoli a 30 anni dalla scomparsa del Pulcinella senza maschera

Il giorno dopo la sua scomparsa, l’Unità titolò “Morto Troisi, viva Troisi!”, riprendendo il titolo del film realizzato nel 1982 dall’attore e regista napoletano. “Viva”, che significa “Evviva”, ma anche che Massimo vivrà per sempre, sia nei cuori del pubblico e dei colleghi, sia nella storia del Cinema che Troisi ha rivoluzionato con il suo linguaggio gentile, spontaneo, empatico e con la sua comicità intrisa di malinconia. Sono 30 anni che Massimo Troisi ci ha lasciato e ha lasciato la sua Napoli, di cui era figlio prediletto e che ha impresso in tutti i suoi lavori di attore, comico, sceneggiatore e regista, grazie al suo accento, alla sua leggerezza mista a tanta “appocundria” (malinconia, ndr) e alla sua cultura. La giornalista Cinzia Fiorato, a Speciale Tg1, in occasione dell’anniversario della morte di Troisi ha proposto un Massimo che racconta se stesso, attraverso le sue indimenticabili incursioni televisive. Discorsi e pensieri sull’amore, sulla famiglia, sull’amicizia, su Napoli, sulla poesia sopra ogni cosa, in quella personalissima lingua che ha costruito nella breve vita che gli è stata concessa: “Il Codice Troisi”. Sono sempre tante le iniziative e i ricordi dedicati a Troisi: libri, eventi, commemorazioni, in occasione  sia della data della nascita, sia di quella della scomparsa. Amici e colleghi lo continuano sempre a ricordare, con i loro aneddoti, con racconti, con commozione ma anche con ritratti inusuali e ironici, come il docufilm “Il mio amico Massimo”, che Alessandro Bencivenga ha realizzato nel 2022. Oppure “Laggiù qualcuno mi ama” il film-documentario che Mario Martone presentò al Festival di Berlino in cui raccontava il grande attore e che è uscito in Italia, con una speciale anteprima, il 19 febbraio 2023, giorno in cui Massimo avrebbe compiuto 70 anni. Gianni Minà, rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva di raccontargli Troisi, rispose così: “Era un essere umano leggero, lieve, forse stonato in un ‘epoca dove imporre la propria presenza ed essere arroganti è di moda…” Dopo un primo inizio trascorso nel cabaret e alla radio (“Cordialmente insieme”), Massimo Troisi si era fatto conoscere nel 1976 con il programma televisivo “Non Stop”, la trasmissione laboratorio di Enzo Trapani sulla Rai, e nel 1979 con “Luna Park”, di cui Fioretta Mari ha tratteggiato un ricordo: Troisi raggiunse la popolarità in televisione con il trio “La smorfia”, con Lello Arena e Enzo Decaro, per arrivare poi al grande successo con il Cinema, dove si ricordano titoli memorabili come Ricomincio da tre (1981), Scusate il ritardo (1983), Non ci resta che piangere, regia con Roberto Benigni (1984), Le vie del Signore sono finite (1987), Pensavo fosse amore… invece era un calesse (1991), Il postino (1994), film con cui, nel 1996, ricevette anche 2 candidature all’Oscar: miglior attore protagonista e migliore sceneggiatura non originale. Insieme a Pino Daniele, che per i suoi film scrisse alcune colonne sonore indimenticabili, Troisi promuoveva una Napoli senza stereotipi, moderna, in grado di opporsi al luogo comune. rainews.it