Tocca il seno della collega, condannato 1 anno e 4 mesi

Nel corridoio tra la cucina e lo spogliatoio del ristorante Ippokrates, in via Piave, nel quartiere Ludovisi, ha sollevato il gomito per palpeggiare il seno a una collega. L’autore del gesto è l’(ex) cuoco del locale, Anisur Rahama, 44 anni, bengalese, ora condannato a un anno e quattro mesi con l’accusa di violenza sessuale. L’imputato non ha mai negato di averle sfiorato il seno, ma, tuttavia, ha sempre respinto l’accusa, sostenendo che lo spazio angusto del corridoio ha reso inevitabile che accadesse. Una tesi difensiva che non ha convinto i giudici. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti tra il settembre e il novembre del 2018. Da allora il procedimento ha avuto un andamento tortuoso. La Procura aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, sostenendo la casualità degli episodi proprio per via dello spazio angusto del corridoio. Il giudice per le indagini preliminari, all’epoca, ha però imposto l’imputazione coatta del cuoco, ritenendo necessario un approfondimento processuale. Al termine del dibattimento, il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione. D’idea differente, invece, il Tribunale che ha ritenuto il cuoco responsabile del gesto. «Il processo è nullo – dice l’avvocato Alessandro Pietrini, difensore del cuoco –. Il mio assistito non capiva l’italiano e avrebbe dovuto essere chiamato l’interprete. Su questo aspetto abbiamo presentato appello. Ma anche sul fatto c’è una sbagliata valutazione, che noi contestiamo. In un passaggio largo non più di 60 centimetri è facile sfiorarsi senza volerlo». Gli episodi sarebbero dunque avvenuti tra settembre e ottobre di sette anni fa. In entrambi i casi, come ricostruito dal Tribunale, la cameriera ha preferito lasciare correre. È il terzo episodio quello da cui nasce la denuncia. Sono le 15,30 del 23 novembre. La cameriera esce dalla cucina per andare verso lo spogliatoio. Percorso inverso fa in quello stesso istante il cuoco. L’imputato ha in mano una cassetta di 15 chili di pomodori. I due si osservano. La ragazza ha in mente quanto avvenuto in precedenza. Così prova a stare distante dall’uomo – dipendente del ristorante dal 2008 al 2020, quando non gli è stato rinnovato il contratto – mentre va verso lo spogliatoio. Appena si avvicinano, il cuoco, secondo la cameriera, ripiega la camicia per lasciare scoperto il gomito. Poi, quando sono a pochi centimetri di distanza, fa un movimento «innaturale», ha detto al processo la donna. Il motivo del comportamento insolito nasce, sempre secondo lei, perché lui vuole toccarle il seno. Come, lei sostiene, ha già fatto in precedenza. Il cuoco riesce nell’intento e lei s’infuria. E’ proprio l’arrabbiatura della donna, che secondo il collegio, dimostra la solidità del racconto. Per il collegio l’imputato avrebbe «adottato una condotta equivoca, evitando il palpeggiamento tramite le mani. Il contatto tramite il gomito è servito secondo i giudici – a evitare sospetti». corriere.it