Titolare stabilimento allontana bagnanti dalla battigia, “Qui non potete stare”

L’estate meteorologica è iniziata il primo giugno, si attende il 21 del mese per l’inizio di quella astronomica, di certo quella «turistica» è entrata già nel vivo sulla Riviera romagnola.
In tanti parlano di «Ferragiugno» all’indomani del ponte della Festa della Repubblica andata in archivio con ombrelloni e hotel presi d’assalto da turisti e bagnanti. E puntualmente è scattata l’ora delle scaramucce assieme a quella del gran caldo: come quella andata in scena domenica 3 giugno a Rivabella al bangno 10 «Vatikaki». Non sono le larghissime spiagge di Marina Centro ma quelle più placide e ristrette del litorale nord amate da famiglie con bambini, locali e anziani. Un gruppetto di bagnanti aveva steso asciugamani e posato in zaini in battigia: è la lingua di sabbia più scura, quella a pochi passi dalla riva. Poco dopo sono stati invitati ad allontanarsi dal titolare dello stabilimento: ne è nata una pacifica discussione da cui, tuttavia, può essere tratto un piccolo compendio sui nodi irrisolti delle questioni balneari degli ultimi tempi, direttiva Bolkestein compresa. Quando il bagnino li ha invitati ad alzare i teli, oltre che i tacchi come si suol dire, i bagnanti non ne avevano voluto sapere all’inizio. Ma per convincerli, al titolare è bastato sventolare il testo dell’ordinanza balneare del Comune competente, Rimini.
«La fascia di spiaggia (battigia) – recita il documento – destinata esclusivamente al libero transito con divieto di permanenza, ad eccezione dei mezzi di soccorso, nelle zone sotto indicate è determinata come segue: – metri 5,00 nella zona di Rimini Nord dal confine con il Comune di Bellaria fino al Porto Canale; – metri 20,00 nella zona di Rimini Sud dal bagno 1 sino al confine con il Comune di Riccione». E non è tutto.
«A ciascun concessionario dell’attività di locazione di imbarcazioni e natanti è consentito installare nella fascia di libero transito, in sostituzione dell’ombrellone, un solo gazebo aperto della superficie massima di mq. 10 in corrispondenza di ogni posteggio». La battigia, somiglia un po’ ad una strada, un corso cittadino, che specie nei weekend di punta appare affollato di bagnanti che passeggiano facendo avanti e indietro.
Raro notare distese di asciugamani con persone intente a fare la tintarella. Eppure a difesa del gruppetto cacciato dal bagnino al bagno 10 di Rivabella è intervenuto l’ex sindaco di Santarcangelo Mauro Vannoni.
A ruota dopo aver appreso la notizia, che l’ex primo cittadino aveva diffuso tramite le sue pagine social, anche Roberto Biagini, ex assessore del Comune di Rimini, avvocato e presidente dell’associazione «Mare Libero» (associazione di promozione sociale nata nel 2019): «Ci battiamo per una gestione del demanio rispettosa della Natura, dei diritti dei bagnanti e dei lavoratori». E da sempre è in prima linea per l’attuazione della legge Bolkestein e il rinnovo senza proroghe delle concessioni balneari (tra cui la gestione degli stabilimenti balneari).
«L’ordinanza comunale prescrive che nella fascia di libero transito sono vietati gli stazionamenti permanenti eccetto quelli autorizzati – attacca – ed è scritto inoltre che è vietata “la sosta per prendere il sole” (dizione ambigua che vuol dire tutto e niente). Se io stendo un asciugamano e vado a fare un bagno non sosto e non prendo il sole. Quindi nessuno mi può contestare nulla neppure la Capitaneria di porto e la polizia municipale».
In sintesi le regole, secondo Biagini, sarebbero prima di tutto mal scritte. C’è però un tema che l’ex assessore e avvocato richiama nella sua contestazione. Anche se la presenza di eventuali bagnanti dovesse richiedere un intervento, non spetterebbe al bagnino far valere le proprie ragioni. E per un motivo.
«In questi casi dovrebbero intervenire solo forze di polizia e non i concessionari scaduti che non hanno nessuna autorità né legittimazione a fare alcunché». Il riferimento è all’annosa questione delle concessioni demaniali. «Sono scadute – attacca Biagini – e le proroghe sono illegittime». Il riferimento è alla sentenza del Consiglio di Stato che aveva fissato la scadenza «improrogabile» al 31 dicembre del 2023. Poi il governo aveva spostato tutto con una proroga al 31 dicembre del 2027 generando non poca confusione e polemiche. Aspetti che secondo Biagini, che ora parla da avvocato, avrebbero non poche conseguenze.
«Nel momento in cui o un agente della capitaneria o un vigile urbano dovesse scendere in spiaggia chiamato per quello specifico motivo e contestasse ad un utente del mare la violazione dell’ ordinanza, noi, oltre ad impugnare la contravvenzione presso gli organi competenti, chiederemo perché non faccia il proprio dovere anche nel contestare la scadenza delle concessioni e l’illegittimità delle proroghe come dovrebbe essere obbligato per legge con conseguente accertamento delle opere abusive (tutto quello che c’ è sopra in sostanza) vista la carenza di titolo concessorio». Di qui l’invito dello stesso Biagini.
«Non lasciatevi intimorire da chi racconta balle. Andate a spiaggia sulla battigia davanti al bagno n. 10 Vatikaki di Rivabella, stendete asciugamani dove vi pare e fate presente all’ agente che eventualmente dovesse contestarvi qualcosa (e non certamente alla “manovalanza” del bagnino scaduti) di “non guardare il dito ma la luna”». corriere.it