Teatro in Ciociaria, alla scoperta con Vincenzo Perrino ecco tutta la storia

di Fabio Paris

Alla riscoperta del teatro in Ciociaria. Si è tenuta a Ferentino, presso la biblioteca diocesana del seminario vescovile, la presentazione, a cura di Vincenzo Ruggiero Perrino, con a tema la storia del teatro in Ciociaria. Una ricognizione temporale, quella condotta dallo studioso e dottore di ricerca in storia del teatro moderno e contemporaneo, che ha permesso agli uditori di riscoprire il ruolo del territorio ciociaro e di Ferentino in particolare, nella conservazione e nel tramandare l’arte del teatro nel corso dei secoli. Un viaggio storico che, nella ricostruzione ad opera di Perrino, ha fatto tappa a Ferentino più volte, riconducendo alla città ernica l’operato di alcuni dei più illustri personaggi dei secoli scorsi. Ferentino, infatti, presente in letteratura fin dagli albori dell’antica Roma nei testi tramandati da storici come Orazio, ospita tutt’ora un antico teatro romano che, recentemente, è stato oggetto di una delle più belle ricostruzioni in digitale dell’ultimo periodo. Secondo le ricerche dello storico campano, autore di numerosi saggi, frammenti di un’opera teatrale di epoca romana, la togata, ambienterebbero la narrazione proprio a Ferentino, con protagonisti un giovane rampollo di buona famiglia ed una suonatrice d’arpa verso cui quest’ultimo mosse i propri propositi d’amore. Fondamentale importanza per la continuità storica dell’arte teatrale è rivestita inoltre da Martino Filetico, nativo di Filettino, che dalla città gigliata fu adottato, vi morì e fu sepolto, nella basilica di S. Antonio Abate (che ospitò anche le spoglie di Celestino V, ndr). Umanista e accademico, Filetico condusse la sua opera presso lo Studium Urbis, antenata della moderna università Sapienza di Roma, procedendo alla redazione di un Codice di Orazio. Sebbene non esista un libro che riproponga per intero il corso monografico di Filetico su Orazio, altre sue opere, come i corsi su Giovenale e Persio, entrambi, come il primo Orazio, risalenti al. Suo periodo romano, sono stati rinvenuti in più parti d’Italia, da Venezia a Napoli, ed all’estero, con tracce in Spagna e persino a Copenaghen, in Danimarca. A Martino Filetico è intitolato il Liceo di Ferentino, i cui allievi delle classi quarte dello scientifico erano presenti in sala in quanto, oltre che studiosi, impegnati nel laboratorio teatrale pomeridiano indetto dall’istituto scolastico. Altro personaggio fondamentale per la storia del teatro medievale è Sant’Ambrogio Martire. Il patrono di Ferentino ricopre per ovvi motivi un ruolo primario negli uffici liturgici ad egli dedicati. Proprio i testi delle liturgie riprendevano infatti alcuni dei canoni dei testi dell’antico teatro. Le scritte differenziate in rosso e nero a seconda delle parti narrative o sceniche della liturgia. Con particolare riferimento al ‘600, la liturgia diveniva una vera e propria riproposizione teatrale, approfittando della presa che la recita giullaresca aveva sugli uditori, per veicolare la propria dottrina. Sempre nel ‘600, un altro personaggio ferentinate, Carlo Filippo Tani, è riconosciuto come filantropo e mecenate nel campo dell’arte e del teatro. L’alto prelato romano infatti, si distinse a Ferentino per aver contribuito alle opere di numerosi scrittori dell’epoca. L’archivio storico della biblioteca inoltre, contiene numerosi libricini, delle vere e proprie antiche “brochures” che rappresentano le premiazioni degli studenti più meritevoli nella recitazione, fino ad epoche più recenti. Secondo Perrino infatti, la storia del teatro viene riproposta ed adattata a quella dell’ambiente. Il teatro, dato ogni volta per spacciato, torna sempre nel tempo con usi e costumi contemporanei.