Tar boccia Azzolina, la febbre va misurata a scuola

La misurazione della febbre va autocertificata dalle famiglie a casa oppure controllata a scuola. Questa la linea del governatore del Piemonte Alberto Cirio, sancita in una disposizione regionale contestata dal governo. Oggi, giovedì, il presidente piemontese incassa un primo ok dal Tar, che ha respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza presentata dalla ministra all’Istruzione Lucia Azzolina. Roma aveva infatti impugnato l’ordinanza regionale sulla scuola che prevede l’obbligo per i genitori di autocertificazione.

«Sono dispiaciuto che la scelta del Governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio», ha commentato il presidente Cirio, su un provvedimento, sottolinea, che «punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni».

«La misura è efficace e la prova provata del funzionamento si è proprio avuta in questi giorni, nei quali 4 bimbi positivi sono stati isolati attraverso la misurazione della temperatura a scuola. In questo modo, si è evitato l’insorgere di 4 focolai con tutte le conseguenze che ciò avrebbe comportato». Così l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi.

Mercoledì sera l’avvocato Vittorio Barosio ha mandato al Tar un documento di 30 pagine dove il legale difende il provvedimento che impone agli istituti di verificare se le famiglie abbiano effettivamente misurato la febbre ai propri bambini prima di mandarli a lezione, come imposto dallo Stato.

Il governo dà infatti totale responsabilità ai genitori, ma non richiede alcun controllo da parte delle scuole. È lì che il documento piemontese aggiunge un «pezzetto in più»: «Io impongo agli istituti di verificare che le famiglie abbiano fatto il proprio dovere – spiega Cirio -. E possono farlo nel modo che gli viene più comodo: facendolo scrivere sul diario, con una autocertificazione, usando il registro elettronico o con lo strumento che ritengono più idoneo. Questo, prima che inizi l’attività didattica: e quindi, anche in questo caso gli insegnanti possono scegliere se farlo in cortile o in classe». 

Se lo studente è sprovvisto di autocertificazione, allora in quel caso la scuola deve misurargli la febbre. Le argomentazioni devono avere convinto il Tar, che ha respinto la sospensiva. L’ordinanza piemontese, quindi, rimarrà valido fino all’udienza. L’udienza camerale per la discussione in via ordinaria dell’istanza di sospensiva davanti all’intero Collegio è stata fissata per il 14 ottobre.

Sospendere il decreto regionale che impone alle scuole di verificare la temperatura degli studenti prima delle lezioni «comporterebbe una riduzione del livello di tutela dal contagio presso gli istituti scolastici piemontesi». Lo scrive il presidente del Tar del Piemonte, Vincenzo Salamone, nel decreto cautelare 446/2020 . «Senza le misure regionali di cui al decreto impugnato, resterebbe solo la norma statale con il suo invito a `coinvolgere´ le famiglie nel controllo della temperatura dei bambini, non assistito da alcun meccanismo concreto di verifica – aggiunge il presidente del Tar del Piemonte – e le scuole non sarebbero tenute a verificare che gli studenti presenti negli istituti non siano effettivamente portatori di sintomi con gravi rischi di diffusione dell’infezione». corriere.it