Suor Simona a capo del Dicastero per la vita consacrata, la prima donna prefetto in Vaticano

Papa Francesco ha nominato suor Simona Brambilla Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. La sua nomina è una sorta di rivoluzione per il Vaticano: è il primo prefetto (ovvero ministro) donna in Vaticano, dal 7 ottobre 2o23 era stata Segretario dello stesso ente. Come riferisce il Bollettino della sala stampa vaticana, suor Simona, nata a Monza nel marzo 1965, era già stata superiora generale in Italia delle Missionarie della Consolata  e da missionaria è stata in Mozambico, dopo  il diploma di infermiera professionale conseguito quando era già entrata nell’Ordine che poi ha guidato dal 2011 fino al 2023. Francesco ha scelto come Pro-prefetto dello stesso dicastero Ángel Fernández Artime, 65 anni, creato cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023. Il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica si occupa di quanto riguarda tutta l’attività pratica e spirituale degli istituti religiosi (ordini e congregazioni religiose, maschili e femminili), gli istituti secolari e le società di vita apostolica e anche dell’approvazione degli statuti dei nuovi istituti e la dispensa dai voti e dalle promesse. Tecnicamente si definisce un dicastero «a carattere personale», perché la sua giurisdizione non si estende a tutti i fedeli,  ma solo a chi sceglie di entrare nella vita religiosa. In una recente intervista alla Diocesi di Milano, cui appartiene, suor Simona ha detto «La missione mi ha aperto il cuore allo stupore del riconoscere la presenza di Dio, i semi e i frutti del suo Spirito nei popoli, nelle diverse culture, nelle varie tradizioni religiose, nell’intimo delle persone con le loro storie diverse, uniche, sacre. Mi ha aperto alla gioia dello scambio fruttuoso tra diversi, all’esperienza dell’interculturalità all’interno della comunità e col popolo a cui sono stata inviata, alla ricerca insieme, al dialogo interreligioso, alla bellezza del costruire insieme ponti sui quali possano transitare sapienze ed esperienze. Ovviamente tutto ciò comporta delle fatiche, ma la vita e la bellezza che sprigionano queste interazioni superano immensamente il peso delle fatiche e delle difficoltà e conferiscono ad esse il giusto significato. La missione mi ha pure portato a gustare in modo esistenziale il senso più vero dell’essere Chiesa: la Chiesa esiste per evangelizzare, la Chiesa è missione, è comunicazione dell’Amore di Dio per tutti, è uscire verso le periferie, e le periferie più periferiche sono quelle dove il Vangelo non è conosciuto». Papa Francesco ha nominato già varie donne in posizioni di vertice: del resto ha sempre detto di volere che le donne partecipino sempre di più alla vita della Chiesa, anche in ruoli fino a qualche anno fa «impensabili». Alle donne ha anche di recente dedicato un libro: «Sei unica. Inno al genio femminile». Anche se ha escluso più volte la possibilità di aprire alle donne il sacerdozio e anche il diaconato. Nel 2016 aveva scelto Barbara Jatta come direttore dei Musei Vaticani, da sempre guidati da laici. Nel 2022 suor Raffaella Petrini è diventata segretario generale del Governatorato, ruolo da sempre assegnato a un vescovo. E suor Alessandra Smerilli sottogretario al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, poi Gabriella Gambino e Lina Ghisoni sottosegretarie al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, mentre, come ricorda Vatican News, «al Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica è sottosegretaria suor Carmen Ros Nortes delle Suore di Nostra Signora della Consolazione. Emilce Cuda è segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina; Nataša Govekar, alla guida della direzione teologico-pastorale del Dicastero per la comunicazione; Cristiane Murray, vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede e Charlotte Kreuter-Kirchof è poi vicecoordinatore del Consiglio per l’economia. Anche la segreteria generale del Sinodo ha un sottosegretario donna, la religiosa francese Nathalie Becquart». corriere.it