Strage di Ustica, “Macron dica la verità aereo colpito da missile francese”

Il Dc9 dell’Itavia precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 fu abbattuto da un missile francese. Lo sostiene, in un’intervista a La Repubblica, l’ex premier Giuliano Amato. «Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi — racconta — ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi». Il coinvolgimento dei francesi nell’incidente aereo non è una novità ed era già apparsa anche su alcuni giornali negli anni successivi alla strage. Ipotesi avanzata dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga (come scrive in uno dei suoi ultimi articoli Andrea Purgatori) e dallo stesso Giuliano Amato. Le cause del disastro sono sempre state avvolte dal mistero, ma fra le ipotesi più accreditate c’è quella di un duello aereo fra alcuni caccia della Nato (francesi o statunitensi) e uno o più Mig libici, con il Dc9 finito sulla linea di tiro di un missile francese o statunitense. Un’ipotesi, questa, avvalorata almeno in parte anche dalle inchieste della procura di Roma. Il giornalista Andrea Purgatori (morto il 19 luglio del 2023) scrisse una dettagliata ricostruzione della strage di Ustica sul Corriere della Sera il 27 giugno 2021. Nella sua inchiesta, Purgatori aveva anche ricordato che «l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga che pur essendo a Palazzo Chigi nel 1980, impiegò 25 anni per confessare di aver sempre saputo dai servizi segreti che l’aereo “era stato abbattuto dai francesi”». Il disastro aereo che resta uno dei grandi misteri italiani avvenne alle 20.59, nello spazio aereo fra Ponza e Ustica e coinvolse il volo di linea IH870 della compagnia aerea Itavia, partito dall’aeroporto di Bologna-Borgo Panigale e diretto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi. L’aereo si spezzò in due parti e cadde nel mar Tirreno. A bordo c’erano 81 persone: 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio, nessuno si salvò. «Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione – ha dichiarato Amato – e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario». Nell’intervista l’ex presidente della Corte costituzionale spiega che le cose andarono diversamente: «Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell’Itavia. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, quella sera molto trafficata la Francia su questo non ha mai fatto luce». Amato è tornato proprio sulle reticenze dei francesi: «Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia e può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione». Sulle dichiarazioni di Amato una delle prime reazioni arrivata dal figlio dell’ex premier Bettino Craxi. – «È già scritto anche sui libri di Storia che mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986». Così su X Bobo Craxi commenta le parole di Giuliano Amato.«A parte quello strafalcione storico; la tesi francese è sempre stata presente mai provata del tutto e mai smentita. Messa così tira in ballo mio padre facendo vistosa confusione di date. Nell’80 era letteralmente impossibile che fosse a conoscenza di operazioni alleate» prosegue il figlio dell’ex presidente dell’ex segretario del Psi, sempre nel post. Craxi, a un follower che lo incalza replica poi: «Le ricordo che chi istituì la commissione fu il Governo a guida socialista. Comunque sul punto c’è una confusione di date». corriere.it