Si mette in malattia per 1 anno, autista ambulanza scoperto in barca

Faceva l’autista di ambulanza di lavoro e lo skipper per passione. Poi, però, ha invertito i ruoli, lasciando da parte soccorsi, barelle e sirene e avviando l’attività sul mare tra escursioni ed eventi, trasformatisi in una fonte di guadagno. E fin qui niente di male. È che per cambiare la professione, sostiene la Procura della Corte dei conti, ha pensato di assentarsi per malattia dal suo impiego sanitario. E l’ha fatto per un anno. Fino a quando il suo datore di lavoro, l’Azienda per i servizi sanitari di Trento, l’ha scoperto e l’ha segnalato ai rappresentanti dell’accusa dei giudici contabili dello Stato. E ora per l’autista (e skipper) trentino si apre un orizzonte con incognite inquietanti. La procura, infatti, l’ha citato in giudizio, presentandogli il conto: 38.214 euro, pari alla retribuzione corrisposta all’autista dall’Apss durante la sua durata un anno. Lo scorso 17 gennaio, c’è stata la discussione della causa davanti alla Corte dei conti e il verdetto è atteso tra poche settimane. La vicenda è riportata nella relazione del procuratore regionale del Trentino Gianluca Albo che cita il caso del dipendente Apss tra gli ottantadue finiti nel mirino della procura contabile per un valore complessivo di più di cinque milioni di euro durante il 2023. Emerge così che l’autista aveva presentato il primo certificato di malattia il 27 dicembre 2021. La sua assenza dal lavoro era durata fino al 28 dicembre dell’anno dopo. Il suo stato di salute, è la tesi della Procura trentina, non gli avrebbe impedito di ormeggiare nel porto di Trieste la sua imbarcazione. E non lo avrebbe ostacolato nell’organizzare escursioni per i turisti oltre la partecipazione ad eventi velistici in Italia e in Europa. Un’attività intensa sulle acque del mare che, a parere di chi l’accusa, gli avrebbe garantito oltre alla percezione della sua retribuzione, pagata tutti i mesi dall’Azienda sanitaria trentina, altri introiti. La sua vicenda, così come la definisce Albo è, però, arrivata sul tavolo dello stesso procuratore che ha aperto il procedimento contabile a carico del dipendente pubblico, con la richiesta di restituire tutti i soldi percepiti dall’Apss durante il periodo della sua assenza. Ora non resta che attendere la sentenza della Corte dei Conti. corriere.it