Scuola chiusa per il ramadan, il ministero scrive al preside “È irregolare”

Una richiesta a valutare l’annullamento della delibera che istituisce la giornata di chiusura della scuola il 10 aprile, in occasione della festa di fine Ramadan. L’ha inviata Luciana Volta, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) della Lombardia, al preside dell’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, il cui consiglio d’istituto 10 mesi fa ha approvato all’unanimità un provvedimento per sospendere le lezioni il 10 aprile, nel giorno ella festività di Eid-El-Fitr. L’invito arriva a seguito dell’ispezione disposta dall’Usr e tenutasi lunedì pomeriggio.  «Sulla base delle risultanze dell’accertamento ispettivo, sono state evidenziate talune irregolarità della delibera assunta dal consiglio d’istituto. Il direttore generale dello stesso ufficio ha pertanto invitato il dirigente scolastico, nella sua qualità di garante della legittimità dell’azione amministrativa della scuola, a valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell’annullamento in autotutela da parte dello stesso consiglio d’istituto, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni in materia» recita una nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito (Miur). Il preside, del Masiq, Alessandro Fanfoni, aveva spiegato che la decisione di chiudere non era «un favore alla comunità islamica», ma una presa d’atto del contesto. Con il 43 per cento di alunni di fede islamica, accadeva che il giorno di Eid-El-Fitr, metà degli alunni o anche più restassero a casa. Nel frattempo, anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che aveva già detto che «le scuole non possono istituire nuove festività», è tornato a parlare della scuola di Pioltello, a margine dell’apertura di Fiera Didacta a Firenze. Valditara, seppur lodando l’impegno del preside e degli insegnanti, ha detto che l’istituto Iqbal Masih di Pioltello ha «dei risultati formativi che sono enormemente inferiori rispetto a quelli della media lombarda». «Nonostante gli sforzi notevoli dei professori e del preside – ha proseguito il ministro -, il livello di competenze in italiano, di competenze con risultati deboli L1 e L2, nella scuola di Pioltello è, al termine della scuola media, il 50,5 per cento mentre invece la media lombarda è 33,3 per cento. Il livello di competenze deboli in matematica è il 45 per cento, contro un 35,4 per cento della media lombarda. Invece le competenze di alto profilo sono il 49,6 per cento in italiano e 66,7 per cento la media lombarda. Il 54 per cento in matematica e il 64 per cento invece la media lombarda».  Per Valditara «è su questo che noi dobbiamo lavorare, cioè dobbiamo far sì che scuole così complesse abbiano la possibilità di garantire un futuro di eccellenza a tutti i giovani, che siano immigrati o che siano italiani, ma a tutti i giovani, perché purtroppo in scuole di questo tipo molti ragazzi perdono circa un anno rispetto ai loro coetanei che studiano in altre scuole» ha sottolineato il ministro, per poi concludere: «È su questo che vorrei che l’opinione pubblica si concentrasse. Dobbiamo aiutare queste scuole, che possiamo considerare di frontiera, a recuperare i risultati formativi proprio per non pregiudicare quei tanti giovani, che siano italiani o che siano stranieri».Il preside Alessandro Fanfoni da giorni riceve insulti e minacce. Anche il ministro ha riferito di riceverne, quasi quotidianamente. «Quindi, chiunque sia, la smetta di insultare questo o quello, nel caso di specie il preside, o chiunque altro, il politico di turno», ha chiesto Valditara. Ma le sue parole sui risultati Invalsi vengono subito stigmatizzate dalla deputata democratica Ouidad Bakkali: «Le parole di Valditara sui risultati formativi della scuola di Pioltello sono razziste. È veramente sconcertante e di cattivo gusto che il ministro dell’Istruzione snoccioli i dati relativi al livello di competenza di un istituto per prendersela con gli studenti stranieri e portare avanti la campagna islamofoba che la Lega sta imponendo al governo. Siamo sinceramente preoccupati di un Ministro che, invece di mettere in campo risorse per le scuole, misura i livelli di competenze su numeri percentuali e parametri oramai antichi. Sono bambine e bambini che il Ministro dovrebbe smettere di distinguere tra stranieri e italiani». corriere.it