Scuola cade a pezzi in Ciociaria, Fuksas condannato 415mila euro al Comune

La sentenza, definitiva, l’ha scritta la Corte di Cassazione condannando l’architetto Massimiliano Fuksas, al pagamento di 415 mila euro a favore del Comune di Anagni, a titolo di risarcimento. «È una storia che inizia 40 anni fa – spiega il sindaco, Daniele Natalia – quando questo giovane e rampante architetto di idee socialiste venne chiamato dall’allora sindaco Paolo Tuffi, ad Anagni. Erano gli anni ’80 e l’amministrazione di allora lo incaricò di progettare la scuola media San Magno, a poche centinaia di metri dal centro storico, per far fronte alla crescente popolazione scolastica». Iniziano i lavori, ma ben presto si cominciano a trovare mille difficoltà. «Tutta colpa del terreno sottostante, per cui – spiega il sindaco – il Comune fu costretto ad integrare le fondazioni con maggiori costi, non previsti nella progettazione». Ben presto, insomma, ci si rese conto che c’erano difficoltà non considerate per la realizzazione di quella scuola di cui l’architetto romano era progettista e direttore dei lavori. Così iniziarono i lavori di consolidamento del terreno che fecero lievitare i costi mentre l’amministrazione comunale iniziò a contestare all’architetto l’inadeguata valutazione della capacità dell’area scelta nel sostenere i carichi delle fondazioni e della costruzione nel suo complesso. Ragione per la quale l’amministrazione comunale chiese la restituzione di quelle somme all’architetto, ritenuto colpevole di non aver opportunamente appurato la natura del terreno (e gli strati sottostanti) su cui era stata costruita l’opera. Dal canto suo il progettista ha sempre replicato sostenendo che l’errore è nato da un’errata analisi del terreno eseguita da altri, a cominciare dal geologo. «Sicuramente la consistenza del terreno non è stata valutata correttamente – replica il sindaco Daniele Natalia – ma è pur vero che in un progetto confluiscono diverse competenze tecniche, tra cui il geologo. Ma è il progettista a fare le valutazioni finali. Una tesi che i giudici di primo e secondo grado hanno condiviso al punto che, già dopo la sentenza di secondo grado (esecutiva), Fuksas ha iniziato a pagare». Ora la Cassazione ha emesso la sentenza definitiva, quantificando il danno ed indicando in 415 mila euro i costi aggiuntivi, da risarcire al Comune. corriere.it