Sbarcato a Lampedusa, il terrorista di Bruxelles è passato a Bologna e a Genova

Una bomba umana pronta ad esplodere. E infatti è esplosa andando all’attacco nelle vie di Bruxelles in nome dello Stato Islamico. Abdesalem Lassoued, 45 anni, tunisino, fermato e ucciso dalla polizia belga martedì mattina, era un immigrato illegale, conosciuto per traffico di clandestini. Abdeslam Jilani Meftah Lassoued, meglio noto come Slayem Slouma, ha un passato durato alcuni anni anche in Italia. Dai riscontri della polizia è emerso che è sbarcato a Lampedusa nel 2011 a bordo di un barchino; dopo una permanenza in Italia è andato in Svezia dove, confermano le autorità, è stato in prigione e poi è stato espulso. 
Tornato in Italia, nel 2016 è stato identificato a Bologna dalla Digos come radicalizzato: aveva espresso la volontà di aderire alla jihad e partire per combattere. L’uomo è stato monitorato anche dall’intelligence. C’è poi una ragionevole certezza che nel marzo 2021 fosse invece a Genova. I carabinieri stanno verificando la sua presenza in città, come mostrato in una foto pubblicata su uno dei suoi profili Facebook, rimbalzata su X. Accertamenti in corso su eventuali, e probabili, passaggio dell’attentatore di Bruxelles anche in altre città italiane dove potrebbe aver richiesto, come ha fatto in Belgio, asilo dopo essere arrivato nel nostro Paese. In questo senso la sua permanenza a Genova potrebbe essere stata legata al fatto che lì si trova il consolato tunisino per il Nord Italia. Al vaglio anche l’ipotesi che Slouma possa aver commesso reati in Italia prima di trasferirsi in Belgio. In particolare si stanno verificando eventuali collegamenti fra il terrorista ucciso a Bruxelles martedì mattina con il connazionale Amis Amri, morto nel dicembre 2016 alle porte di Milano durante un conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni: Amri era l’attentatore del mercatino di Natale a Berlino con un Tir preso a noleggio solo pochi giorni prima. In Italia il giovane, più volte detenuto in carcere, soprattutto in Sicilia, dopo essere stato identificato in Puglia, si era radicalizzato e poteva contare su una rete di fiancheggiatori che arrivava anche a Roma. La Digos della Capitale qualche mese più tardi sgominò un’intera cellula che si nascondeva, completamente integrata nel tessuto sociale della zona, ad Aprilia, al confine con la provincia di Latina, composta da una dozzina di persone. Ecco perché Slouma potrebbe aver seguito lo stesso percorso nel nostro Paese e, vista la coincidenza temporale, aver conosciuto proprio Amri. corriere.it