Salvini chiama tutti i partiti, “Presidente della repubblica è di tutti non solo del PD”

L’appello è alla partecipazione di tutti, i toni sono da battaglia. Matteo Salvini annuncia per lunedì la convocazione dei segretari dei partiti presenti in Parlamento, «li chiamerò tutti, dal primo all’ultimo, dal più piccolo al più grande». Ma mette in chiaro che la Lega «ha l’onore di guidare un centrodestra che per la prima volta ha le carte giuste per essere protagonista della scelta del presidente della Repubblica». Un presidente «che finalmente non abbia la tessera del Pd in tasca». Non un uomo di centrodestra, precisa, ma «un presidente scelto in condivisione». Ma, comunque sia, nel confronto «da noi si passa». 

L’ex vicepremier è intervenuto all’assemblea della Lega Puglia, a Bari. «Sediamoci intorno a un tavolo e parliamone — dice — e se qualcuno ha la spocchia di dire “eh però non può essere di centrodestra, sovranista, populista” a questo qualcuno dico: il presidente della Repubblica è di tutti, non c’è un articolo 1-bis della Costituzione che dice che il Pd ha diritto imperituro di scelta del presidente della Repubblica. Stavolta i numeri sono in mano nostra se non facciamo degli errori». Un riconoscimento, quello del peso specifico della coalizione di centrodestra, arrivato oggi anche da Matteo Renzi, che sette anni fa, da segretario del Pd, fu lo stratega che portò Sergio Mattarella al Colle: «Oggi è il centrodestra ad avere la maggioranza, tocca ad esso il ruolo di king maker».

Poi la puntualizzazione: «Io non voglio un Capo dello Stato amico della Lega o di Salvini, voglio un presidente che garantisca tutta l’Italia e gli italiani e che dia a chiunque vinca le prossime elezioni il diritto di governare il Paese». Intervenendo ad Atreju, la convention di Fratelli d’Italia, Salvini aveva glissato con una battuta a chi gli chiedeva se non fosse tempo di una donna al Quirinale: «Dipende da Berlusconi, lui si chiama Silvio e non Silvia». Ribadendo così che la candidatura di bandiera del centrodestra è quella del fondatore di Forza Italia. Ma, aveva aggiunto, «nel caso Berlusconi facesse diverse noi avremmo più di una donna in grado di ricoprire egregiamente il ruolo di presidente della Repubblica».

Poi un ritorno sul tema del presidenzialismo: «Fosse per me il presidente della Repubblica non lo eleggerebbero mille parlamentari ma direttamente gli italiani. E spero che dal prossimo si possa fare così. Presidenzialismo, quindi un esecutivo e una rappresentanza forti, bilanciato da autonomia e federalismo». corriere.it