“Rocco Siffredi mi ha molestata”, denunciato ecco i messaggi della chat

Chiede un’intervista a Rocco Siffredi e finisce – secondo il suo racconto – per subirne le avances sessuali, che ora denuncia come presunte molestie. La protagonista – secondo quanto il Corriere è in grado di riportare – è una giornalista che aveva contattato l’attore in corrispondenza dell’uscita della serie a lui dedicata, «SuperSex». Agli agenti del commissariato Prati la sua avvocatessa, Laura Sgrò, ha consegnato una dettagliata denuncia, comprensiva del testo dei messaggi, scritti e vocali, inviati dal porno divo, 59 anni, all’anagrafe Rocco Tano, una celebrità nel mondo che ha superato anche i confini del cinema hard. Tutto nasce a inizio 2023 dalla richiesta di intervista presentata dalla giornalista, professionista dal 2008, prima a Siffredi e poi, da richiesta di quest’ultimo secondo le procedure proprie di questi casi, all’ufficio stampa della piattaforma tv che trasmette la serie sulla vita dell’attore. Già in quella occasione, riporta la denuncia, «è seguito tra noi uno scambio di messaggi, inizialmente colloquiali e gentili», nel quale Siffredi le invia anche una foto scaricata dal profilo social della donna, commentata con alcuni complimenti: «Non avevamo nessun tipo di confidenza ma non ho dato peso alla cosa perché sono abituata alle lusinghe delle persone che intervisto». L’incontro poi salta e viene rimandato a un momento successivo rispetto all’uscita della serie.
L’intervista viene poi svolta, secondo quanto riporta la denuncia, il 15 marzo all’interno dell’Hotel Parco dei Principi. Due ore di colloquio nella hall, registrata col consenso dell’attore. Che poco dopo i saluti invia alla giornalista questo messaggio vocale, inframezzato da qualche risata: «Sei veramente simpatica, troppo carina e bona… te lo posso dire! Quando ti stringevo non lo potevo dire troppo di più, però c… beh… lasciamo perdere che mi stavi a fa venì proprio una roba un po’ particolare. Però te l’ho detto per dirti che sei veramente una donna top, femminilità top». In un ulteriore messaggio Siffredi torna sull’argomento: «Il problema è che sono sempre molto sensibile e ho sentito tanto. Quando è arrivata l’amica tua, ciao! Eravate in due e non una e me ne sono scappato. Non per paura, ma per non fare danni».
L’intervista viene fatta rileggere all’attore prima della pubblicazione ma nasce un contezioso su una parte dei contenuti, sui quali Siffredi chiede alla casa produttrice di intervenire perché vengano eliminati. La cronista puntualizza che si tratta della sbobinatura letterale di quanto detto dall’attore nel loro incontro ma anche su sollecitazione dell’editore decide di eliminare la parte contestata. Siffredi prima la ringrazia, poi, dopo la pubblicazione del testo torna a contattarla: «Ho letto il tuo articolo e devo dire che quando il destino ti dice di non incontrare quella persona perché è sbagliata, la mia natura mi porta sempre a scoprire perché: non sei una giornalista, sei una approfittatrice, per vendere i tuoi articolini gonfiati ci metti tanto del tuo. Togli di qua perché te l’ha detto il direttore e aggiungi di là. Vabbè, buona vita, woman». Ma poi, in modo assai più pesante, Siffredi le manda volgari allusioni alla sua vita sessuale. La giornalista dal canto suo controbatte nel merito dell’articolo, dicendo di voler far finta di non aver sentito gli insulti ma che se lui proseguirà sarà costretto a denunciarlo. Poi la donna si rivolge alla casa produttrice per esprimere il proprio disappunto. L’ufficio stampa si dissocia e dopo poco arrivaun nuovo messaggio dell’attore: «Pensavo fossi un po’ più carina nel comprendere quello che ti ho detto, ti ho parlato della mia intimità ma non come l’hai scritto tu. Hai forzato tutto come se fossi pazzo». Poi le scuse: «Per quanto riguarda la parte offensiva ti chiedo scusa come donna ma non lo faccio per evitare la tua denuncia, fai quello che ti senti, no problem». Nei giorni successivi seguono altri messaggi dello stesso tenore «mi sono sentito usato» e telefonate alle quali però la donna dice di non aver risposto. Infine la scelta di presentare querela: «Tutto questo mi ha provocato uno stato di forte agitazione e pertanto mi sono rivolta al mio medico curante, il quale mi ha prescritto farmaci per il mio stato ansioso e i crampi addominali». Uno stato psicofisico tale da configurare, secondo l’avvocato Sgrò, il reato di molestie e in alcuni passaggi quello di molestie sessuali. corriere.it