Record affitti, 50mila euro al mese per un negozio Monte Napoleone al terzo posto nel mondo

C’è una differenza fondamentale tra gli affitti delle case a Milano e quelli dei negozi: i primi sono cari dappertutto, i secondi variano moltissimo a seconda dell’appeal commerciale della strada in cui si trova il negozio. Il rapporto tra i prezzi più bassi della città, nella periferia dove si stipulano contratti a meno di 100 euro all’anno per metro quadrato (che significa per 50 metri circa 400 euro al mese) e i valori top di Monte Napoleone dove occorrono, se si calcolano la buonuscita a chi lascia gli spazi liberi, oltre 12 mila euro al metro (più di 50 mila euro al mese per 50 metri), arriva infatti a superare il livello incredibile di uno a cento. Non è sempre stato così, ma la crisi del piccolo commercio ha portato a chiudere centinaia di negozi e ha polarizzato il mercato, condannando le strade con poco passaggio. E non solo in periferia. Basta percorrere una strada centralissima come via Mazzini, costellata da serrande abbassate da anni, per rendersene conto. C’è una ripresa dei negozi alimentari, con il proliferare dei piccoli supermercati di vicinato, salutata con soddisfazione da chi deve fare la pausa pranzo e da una popolazione residente sempre più anziana, ma per il non food la vita è sempre più difficile mentre aumentano anche gli spazi lasciati vuoti dalle filiali bancarie, che in genere occupano immobili problematici da riciclare. C’è sì un aumento della presenza dei pubblici esercizi, ma bar e soprattutto i ristoranti hanno bisogno di locali ad hoc. Le vie commerciali di Milano si possono dividere in almeno quattro fasce. La prima è costituita dalle strade della moda: sostanzialmente il Quadrilatero, con via Monte Napoleone che ormai secondo la classifica annuale di Cushman & Wakefield (uno dei maggiori consulenti immobiliari a livello globale) è al terzo posto nella classifica degli affitti commerciali del mondo. Secondo questa classifica il costo, comprendendo buonuscita e spese di gestione, arriva a superare i 14 mila euro al metro per anno. Secondo le rilevazioni della Filma per un negozio da 70 metri, mettendo la buonuscita nel conto, si arriva comunque oltre i 12 mila euro. Le vie laterali e via della Spiga, pur avendo un fascino architettonico paragonabile se non maggiore rispetto a quello di Monte Napoleone, hanno costi inferiori ma comunque si arrivano a sfiorare i 10 mila euro. Ci sono poi le strade commerciali, dove le vetrine non sono esclusive come nel Quadrilatero, perché sostanzialmente l’offerta è la stessa che si trova nei grandi centri commerciali e nei centri storici delle altre città italiane. Quindi soprattutto catene di abbigliamento. In questa categoria primeggia senza confronto corso Vittorio Emanuele, dove pure si arriva a quasi 10 mila euro al metro per anno. Il valore del corso è dato dall’affollamento e dalla presenza di turisti. Ad esempio, nel parallelo corso Matteotti di sicuro non si possono chiedere gli stessi canoni. Di grande pregio anche via Dante e via Torino (soprattutto nella prima parte). Un discorso a sé per la Galleria Vittorio Emanuele, dove il proprietario è unico (il Comune) e i negozi vengono assegnati a seguito di gara. Altra strada commerciale di grande valore è corso Buenos Aires, dove si superano i 3.000 euro al metro per anno, anche se dal punto di vista degli affitti questa strada va divisa in tre porzioni: la prima da piazza Oberdan a piazza Lima, la seconda fino a piazza Argentina, la terza fino a Loreto, dove gli affitti sono un terzo rispetto a quelle del segmento centrale. Di pregio anche corso Vercelli, con via Belfiore e via Marghera. Più bassi i canoni in altre strade a vocazione commerciale, come corso Ticinese, corso Genova, corsa San Gottardo, corso Garibaldi e corso Como. C’è un sistema quasi infallibile per capire se una strada affollata ha canoni cari: l’assenza di ristoranti, perché l’incidenza dei costi del personale e della materia prima è tale da non permettere di sostenere anche un costo elevato dell’affitto. Nella tabella riportiamo i canoni rilevati da Tecnocasa a Milano, mancano le strade top perché l’affitto viene prevalentemente contrattato tra catene commerciali e proprietà istituzionali. corriere.it