Quando Veroli pullulava di negozi, è venuta a mancare Emilia D’Ambrosio

Emì, ma chissi che ne sao.

Quando via Gracilia era via Gracilia e il centro del paese era tra il Convitto ‘Aonio Paleario’ e l’Arnara, la sola strettoia, senza menzionare San Martino, contava il salone di Mario e Pierina, il fotografo Giacomo, le calzature di Clara e di Giuliano, gli elettrodomestici di Pierino, il salone di Marcello e Luciano, la pelletteria di Enzo, i filati di Marcella, la profumeria di Mino, l’oreficeria di Mimmo, l’alimentari di Maurino, la pasticceria di Palmerino e l’alimentari trattoria di Emilia.

In questo accogliente locale, dove il tempo sembrava si fosse fermato, da una parte gli avventori potevano consumare specialità culinarie, piatti tipici della tradizione verolana preparati con cura dalla stessa Emilia e dall’altra acquistare generi vari. La bottega offriva di tutto, entrando infatti sembrava di essere catapultati su un’altra dimensione. Pasta sfusa, legumi secchi, sementi di ogni tipo, spezie e merci dall’Oriente. La gentilezza di Emilia e dei suoi collaboratori completava l’opera.

In queste ore è venuta a mancare proprio lei, Emilia D’Ambrosio e chissà cosa direbbe scrutando oggi la sua via fatiscente e pericolante. I funerali si terranno il prossimo 9 novembre alle 10,30 nella Concattedrale di Sant’Andrea in Veroli. La redazione e l’editore di Area C quotidiano partecipano al dolore dei familiari.

Emì, ma chissi che ne sao.

Redazione Digital