Pubblicità su WhatsApp, ecco la nuova app 3 opzioni a pagamento

Febbraio 2014, Mark Zuckerberg annuncia l’acquisto di Whatsapp per 22 miliardi dollari: un’app di messaggistica gratuita usata all’epoca da 450 milioni di persone. Punta al miliardo di utenti e promette che «non cambierà nulla». Aprile 2018: gli utenti sono più di un miliardo e mezzo. Jan Koum, co-fondatore di Whatsapp che era entrato in Facebook (oggi Meta) dopo l’acquisizione, si dimette sbattendo la porta in seguito – trapelò all’epoca – alle discussioni sulla possibilità di inserire la pubblicità nell’app. Anche l’altro co-fondatore, Brian Acton, lasciò per lo stesso motivo. Giugno 2025: ci siamo, Zuck porta la pubblicità su Whatsapp. Il primo programma di monetizzazione interno all’applicazione usata da 3 miliardi di persone in tutto il mondo prevede l’introduzione delle sponsorizzazioni esclusivamente nella sezione Aggiornamenti. Sono dunque escluse «chat, chiamate e stati personali che sono protetti con la crittografia end-to-end. La privacy resta al centro» ha tenuto a sottolineare Nikila Srinivasan, responsabile globale per la messaggistica business in Meta, durante una presentazione ai giornalisti. Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna pensare a Whatsapp come a un piccolo (si fa per dire) social media: la metà della sua utenza, 1,5 miliardi di persone, quando apre l’app seleziona la voce Aggiornamenti almeno una volta al giorno. Non per chattare con amici, colleghi e parenti, quindi, ma per sfogliare gli Stati dei suoi contatti (una copia delle Storie di Instagram) e navigare fra le novità dei Canali (feed di aziende, marchi o persone con una comunicazione unidirezionale). Ed è qui che Meta introduce tre opportunità a pagamento1) gli annunci pubblicitari tra un aggiornamento di Stato e l’altro, come accade per le Storie sponsorizzate di Instagram; 2) I Canali che offrono contenuti su abbonamento (Meta più avanti applicherà una commissione del 10%); 3) La promozione di un Canale per dargli maggiore visibilità e farlo scoprire da più persone possibile. L’obiettivo di Meta è quello di creare un circolo virtuoso  di clic e visibilità che abbia come fine ultimo l’apertura di un dialogo fra l’utente e l’inserzionista. Un passo in questa direzione era già stato compiuto fuori da Whatsapp, con la possibilità di acquistare inserzioni su Facebook e Instagram che, una volta cliccate, aprono una chat nell’app di messaggistica. Era già stata inoltre attivata per le grandi aziende la possibilità di integrare Whatsapp nei loro sistemi per gestire le conversazioni con i clienti. Meta non fornisce informazioni precise sul valore di queste attività, ma la voce del primo trimestre del 2025 da guardare è quella “altre entrate” della divisione Family of Apps: 510 milioni di dollari di entrate, in crescita del 34% rispetto all’anno precedente, grazie a Whatsapp Business e al programma di verifica degli account (la “spunta blu”). Zuck ora accelera e fa il salto che meditava da tempo perché – parole sue nella call con investitori e analisti di aprile – «la messaggistica aziendale dovrebbe diventare il prossimo pilastro del nostro business. In paesi come Thailandia e Vietnam, dove il costo del lavoro è basso, vediamo molte aziende svolgere attività commerciali tramite le nostre app di messaggistica. Nei paesi sviluppati il costo del lavoro è troppo alto per rendere questo modello redditizio prima dell’AI, ma l’AI dovrebbe risolvere il problema». In questo caso fa riferimento alle interazioni in chat, ma è interessante rileggere queste parole alla luce del fatto che un altro degli obiettivi dell’amministratore delegato di Meta è quello di automatizzare del tutto la creazione e la distribuzione delle campagne pubblicitarie sulle sue piattaforme grazie all’Intelligenza artificiale: entro la fine del prossimo anno, secondo fonti interpellate dal Wall Street Journal. Tornando alle novità relative a Whatsapp – il rilascio graduale parte lunedì -, il rispetto e le preoccupazioni relative alla privacy sono centrali. I dati degli utenti usati per indirizzare le pubblicità saranno città, lingua e interazioni con altri annunci e Canali. Nel caso in cui l’utente abbia collegato il proprio account a Facebook e Instagram, verranno usate anche le informazioni ottenute tramite i due social per mostrare annunci personalizzati. corriere.it