Presentazione Gattusso nuovo ct Nazionale, “Andremo al Mondiale”

Emozionato, sì. Ma anche lucido, concentrato, energico. «Sul pezzo» come usa dire lui. Il primo giorno da ct azzurro di Rino Gattuso è già un manifesto del progetto, anzi della missione. In perfetto stile Ringhio. «La maglia della Nazionale pesa, ma la parola paura non deve esistere – il primo slogan dell’ex mediano del Milan, 47 anni, reduce da un’esperienza con l’Hajduk Spalato in Croazia -. Abbiamo la squadra per andare al Mondiale». L’operazione non è semplice. La sconfitta in Norvegia ha complicato maledettamente le cose, serve innanzitutto vincere le sei restanti partite del girone di qualificazione, per ottenere almeno il secondo posto che vale il playoff di marzo. Strada in salita, ma occorre provarci. Non si può restare fuori dal Mondiale per la terza volta di fila. Sarebbe un disastro. Meglio non pensarci. Accanto al neo commissario tecnico, nell’accaldata sala conferenze del Parco dei Principi Grand Hotel di Roma, ci sono il presidente federale Gabriele Gravina e il capodelegazione azzurro Gigi Buffon, che ha spinto fortemente per la nomina dell’ex compagno col quale ha vinto il Mondiale 2006. «Questo era un momento giusto affinché Rino potesse diventare il ct. Poi sarà il tempo a dire se è stata una scelta giusta o meno. Pronti a fare un passo indietro, in questo caso» spiega l’ex portiere. La verità è che Rino non era la prima scelta della Figc, dopo l’esonero di Luciano Spalletti. Il dietrofront di Claudio Ranieri ha spalancato però le porte a Gattuso, che sa di giocarsi una grande opportunità anche a livello personale. Ha firmato un contratto annuale da meno di un milione di euro netti. Riuscisse a portarci ai Mondiali, verrà confermato. «Rino ha risposto senza esitazioni, come faceva da giocatore – puntualizza Gravina, che ha poi presentato il progetto coordinato dall’ex ct Prandelli per lo sviluppo tecnico dei giovani -. Non c’è solo entusiasmo, ma anche professionalità e spirito di sacrificio. Ha anteposto il noi all’io. Ci ha detto: Nessuno vince da solo. Al Mondiale infatti si va tutti insieme. Non è solo una questione di cuore. Gattuso sa cosa vuol dire indossare la maglia azzurra».
Questo senz’altro. Ora però serve vincere. Servono i risultati. Anche per convincere gli scettici. Ignazio La Russa, presidente del Senato, aveva espresso dubbi sulla sua nomina. Ecco la risposta: «Con La Russa non voglio fare alcuna polemica, spero solo di fargli cambiare idea». Lo spirito del neo ct è quello giusto, come dimostrano alcune frasi-manifesto della sua prima conferenza: «Ho già parlato con 35 giocatori (non Acerbi, ndi) ed entrerò nella loro testa»; «Con me in allenamento si pedala»; «Non sono solo Ringhio, le mie squadre giocano bene»; «Le prime parole che dirò alla squadra? Che dobbiamo creare una famiglia, dirci le cose in faccia. Con Lippi ci siamo sentiti a telefono, sì. Quello che era riuscito a creare lui in quello spogliatoio è l’obiettivo primario»; «Non conta il modulo, serve che i giocatori siano nel posto giusto»; «Rifiutare la Nazionale? Se vogliamo essere credibili, non possiamo creare scuse: con me viene in Nazionale anche chi sta male». Primo snodo il 5 settembre a Bergamo contro l’Estonia. Conta solo vincere. corriere.it