Power bank, aumentano i controlli ecco i modelli vietati in aereo

L’autonomia è ancora oggi uno dei più grandi punti deboli degli smartphone. Gli schermi sono sempre più luminosi e le fotocamere sempre più potenti, quindi è comprensibile un certo dispendio di energia. Rimanere a corto di batteria non è mai piacevole, specie quando si è giro. Ecco perché i power bank, ovvero le batterie portatili, sono diventati gli accessori più richiesti insieme alle cover. Scegliere però non è facile ed anche piuttosto complesso: il mercato offre migliaia di modelli e le variabili in gioco sono tantissime.  
Tra queste ci sono anche alcuni divieti imposti dalle compagnie aeree, a seguito di episodi spiacevoli che hanno coinvolto proprio i powerbank sugli aerei. 
Il regolamento di ITA Airways impone che «ciascuna batteria sfusa incluso il powerbank deve essere trasportata nella propria confezione originale o all’interno di una bustina di plastica, coprendo i punti di contatto con del nastro isolante». Il limite è di 100Wh (o 2g). La compagnia è consapevole del fatto che non tutti i powerbank riportano i Wh (wattora), limitandosi in alcuni casi a capacità mAh (milliampereora) e voltaggio: «nel caso in cui il wattora non sia riportato sulla batteria, può essere calcolato moltiplicando il voltaggio (V) per gli ampere-ora (Ah), ad esempio 14Vx7Ah=98Wh». Ma entriamo più nel dettaglio. Tra queste ci sono anche le nuove regole introdotte da alcune compagnie aeree asiatiche dal 1 aprile (qui il nostro approfondimento sul tema), che hanno vietato l’utilizzo dei powerbank a bordo. Da questo punto di vista, è bene fare alcune precisazioni.
Singapore Airlines e la sua controllata low-cost Scoot, ad esempio, hanno vietato l’uso e la ricarica dei power bank durante il volo. È ancora possibile portarli nel bagaglio a mano, ma solo con capacità fino a 100 Wh (wattora, esattamente tutti i modelli presenti nella nostra guida). Se superano quella soglia e restano sotto i 160 Wh, serve un’autorizzazione preventiva. Oltre, sono semplicemente vietati.
Le compagnie Korean Air e Asiana Airlines sono andate anche oltre. I power bank devono essere trasportati in sacchetti sigillati, con i poli coperti da nastro isolante. Nessuna eccezione. E naturalmente, nessun uso in volo. Neppure per caricare il telefono. Nemmeno se il volo è lungo. In Malesia, Malaysia Airlines ha adottato una linea simile. E a partire dal 7 aprile anche Hong Kong, con Cathay Pacific in testa, seguirà lo stesso approccio.
La regola che accomuna tutte queste compagnie è il divieto assoluto di trasportare batterie al litio nella stiva. Una decisione coerente con quanto stabilito dall’ICAO (International Civil Aviation Organization) già dal 2016. In stiva, infatti, non è possibile intervenire in caso di problemi.
Il resto è un mondo di eccezioni. Emirates consente l’uso purché non si colleghi il power bank a prese della compagnia. Lufthansa lo tollera se non si superano i 100 Wh. Ryanair, invece, non si è ancora espressa formalmente, ma scoraggia l’uso in volo.
In generale, nel Vecchio Continente le compagnie non hanno introdotto divieti paragonabili a quelli asiatici. LufthansaAir France-KLM e British Airways si attengono ancora alle linee guida dell’EASA, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea. Il power bank, noto anche come caricatore portatile, è un dispositivo progettato per ricaricare dispositivi elettronici in situazioni in cui non è disponibile una presa di corrente. Il suo scopo principale è quello di fornire un’alimentazione aggiuntiva a smartphone, tablet, cuffie wireless e laptop. L’importanza di questo accessorio è quella di garantire un utilizzo prolungato senza interruzioni di tutti i device tecnologici di cui necessitiamo. Tale strumento si rivela particolarmente utile in viaggio, durante giornate lavorative intense o in qualsiasi altra situazione in cui non è possibile accedere facilmente a una presa elettrica. corriere.it