Papa Giovanni Paolo I, la verità sulla morte

Il giallo della morte di Papa Luciani a distanza di 39 anni trova risposte definitive grazie alla desecretazione vaticana dei referti medici relativi al suo stato di salute. Il pontefice veneto che regnò solo 33 giorni, dal 26 agosto al 28 settembre 1978, non fu avvelenato da nessuno, né ebbe colluttazioni con chicchessia, né fu oggetto di complotti. Semplicemente fu un infarto a stroncargli la vita. Un fatto certamente inaspettato che nessuno all’interno del Palazzo Apostolico né fuori poteva prevedere. Per la prima volta vedono la luce i documenti sanitari grazie alla pubblicazione di un libro curato dalla vice postulatrice della causa di beatificazione, Stefania Falasca (Papa Luciani, edizioni Piemme) inclusi nella Positio super virtutibus, cinque volumi in tutto. Una montagna di carte che si trovavano sparse tra Roma, Belluno, Vittorio Veneto e Venezia, comprese quelle relative allo stato della sua salute: dalle cartelle cliniche, alle ricette dei farmaci prescritti dai suoi medici di fiducia, fino agli atti dell’ora estrema con la constatazione del decesso.

Luciani fu eletto il 26 agosto 1978 al termine di un Conclave brevissimo ma ricco di innovazioni. Innanzitutto il passaggio dal «noi» all’«io», l’abolizione della sedia gestatoria, l’umiltà di parlare di sé, il chiamare accanto bambini durante l’udienza generale, l’ironia nel definire il Palazzo Apostolico «il labirinto di Cnosso». Ai fedeli, durante le riflessioni del mercoledì, il Papa veneto raccomandava di «voler bene al prossimo, aiutare, compatire, sopportare, perdonare», fare «posto all’amore, a un grande amore verso Dio e verso il prossimo». Si devono amare «e Dio e l’uomo». Alla Chiesa ha lasciato un’eredità di grande portata. La beatificazione è prossima.