Palline vaginali, tra le donne è boom sex toys

Non sono giocattoli, non sono elettrodomestici, anche se hanno dei motorini, delle batterie, dei tasti on off. Sulla confezione è possibile trovare questa avvertenza: «Da vendersi solo come gadget articolo scherzo per adulti. L’importatore non si assume alcuna responsabilità… Questo articolo potrebbe causare reazioni allergiche». Sono i sex toys. Giro d’affari da 18 miliardi di euro. Come rileva un’indagine di mercato di Mysecretcase il 60% tra quanti acquistano sex toys lo utilizzano abitualmente. Il 25% sono uomini, il 35% la coppia, il 40% donne tra i 20 e i 45 anni.

Il giro d’affari globale, nel 2017, è stato di 18,6 miliardi di euro. I prezzi vanno dai 99 centesimi ai 399 per gli oggetti più tecnologici. Soltanto in Italia, complice soprattutto il web, il fatturato è cresciuto del 6% in un solo anno. In Europa si è registrato un più 20%. Da sempre tabù per la società, la loro vendita è stata negli anni occultata dietro le tende rosse dei negozi con l’ingresso dalle strade secondarie. Oggi i sex shop in Italia sono 500, in concorrenza con gli store on line, più accessibili e rispettosi della privacy. Ma il mercato è in crescita ed è importante parlarne per non sottovalutare i possibili rischi da contatto.

Per avere migliori garanzie è consigliabile acquistare toys prodotti in Europa, quelli cioè costruiti con plastiche stabilizzate dove «il rischio che un monomero chimico pericoloso migri dall’attrezzo alla mucosa è veramente minimo». Il pericolo reale c’è quando si tratta di prodotti importati dai paesi asiatici, che tra l’altro occupano la fetta maggiore del mercato. Secondo la Belpoggi: «dove non usano tecnologie e sistemi di protezione adeguati, il rischio che il cloruro di vinile monomero, (con il quale si fabbrica il Pvc, lo stirene e il butadiene), si trasferisca alle mucose non è da escludere».

Tra i prodotti più di moda, soprattutto dopo la trilogia del film campione di incassi «50 sfumature», ci sono le «palline della gheisha»: due piccole sfere legate tra loro con un filo che in alcuni blog è addirittura suggerito di tenere inserite per ore nel corso della giornata perché avrebbero dalle proprietà benefiche, in quanto utili alla ginnastica pelvica oltre che alla stimolazione sessuale. Se c’è scritto plastica, sappiamo solo che non è silicone. Potrebbe essere Pvc, Tpe o addirittura Ftalato, definito dalla comunità scientifica «interferente endocrino e cancerogeno». corriere.it