Oriana Fallaci, 15 anni fa moriva la partigiana Emilia “Nascondevo le bombe nei cesti di insalata”

Si trovava nella sua amatissima Firenze quel giorno. Non avrebbe mai voluto che la morte la cogliesse negli Stati Uniti. Non voleva farsi trovare impreparata. Niente poteva essere come la sua città per lei. Quella città nella quale era nata, per la quale aveva combattuto fino alla morte e nella quale ha salutato il tanto odiato ed amato mondo.

Era il 15 settembre di 15 anni fa. L’anima di Oriana Fallaci lasciava questo posto. La sua forza e la sua passione per la libertà, per la giustizia e per la verità ci lasciavano. Il mito di tutti i giornalisti se ne andava seminando dietro le spalle un’eredità troppo pesante per chiunque. Una professionalità e una bravura che nessuno è ancora riuscito a superare o ad eguagliare.

Un’eredità di venti libri che fanno breccia nell’anima. Libri che non sembrano neppure scritti in prosa. Danno la parvenza di essere una continua poesia. Quelle frasi sulle quali la mitica donna rimaneva per centinaia di ore senza interruzione, senza ammettere una virgola fuori posto. E’ morta nel 2006, a 77 anni. Era tornata in Toscana proprio per morire dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita emarginata a New York.

“Voglio morire nella torre dei Manelli guardando l’Arno dal Ponte Vecchio. Era il quartier generale dei partigiani che comandava mio padre, il gruppo di Giustizia e Libertà. Azionisti, liberali e socialisti. Ci andavo da bambina, con il nome di battaglia di Emilia. Portavo le bombe a mano ai grandi. Le nascondevo nei cesti di insalata” Così diceva.

Aveva combattuto per decenni come un leone. Si era presa a cuore i diritti delle donne nei paesi islamici. Aveva difeso la cultura occidentale dal terrorismo e aveva raccontato le storie degli oppressi. Ha spiegato al mondo la storia di Alekos Panagulis e della dittatura dei generali greca. Si è infervorita contro gli attentati islamici dopo l’undici settembre spiegando al mondo “La rabbia e l’orgoglio”. Oriana Fallaci ci abbandonava tre quinquenni fa. Il suo lascito è inestimabile. Le sue battaglie, per i diritti, per la civiltà e per la libertà sono vive ancora oggi. Per questo vogliamo ricordarla, nonostante le sue contraddizioni, il suo odio e il suo difficile carattere.