Niente costruzione biodigestore in Ciociaria, Frosinone dà parere negativo

Il dirigente del settore servizi tecnici del Comune di Frosinone, arch. Elio Noce, ha inviato alla direzione ambiente della Regione Lazio (Area Valutazione Impatto Ambientale), una nota in cui si esprime parere negativo in relazione al permesso di costruire per l’installazione di un biodigestore, da parte di un proponente privato, in via Antonello da Messina. Il settore comunale aveva già indirizzato, a fine 2020, il proprio parere tecnico contrario, in materia di valutazione sull’impatto ambientale, rispetto alla proposta di messa in esercizio dell’impianto.Nella nota inviata nei giorni scorsi, il dirigente ha esaminato i diversi pareri degli enti competenti acquisiti dal privato per la realizzazione dell’impianto per la lavorazione di circa 90.000 tonnellate l’anno di frazione organica di rifiuti solidi urbani, a ridosso del casello autostradale, all’interno della zona del Sin della Valle del Sacco. Si sono espressi positivamente, infatti, l’autorità di bacino e il servizio bonifiche e rifiuti della Provincia; positivo anche il parere unico regionale. Acquisti, con prescrizione, invece, i pareri della Asl di Frosinone e Arpa Lazio. Parere negativo è stato espresso dal servizio opere idrauliche e dal servizio tutela acque, aia, energia qualità dell’aria della Provincia di Frosinone; dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio. 
Non risultano acquisite, nel procedimento, le valutazioni del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Frosinone, il nullaosta lavori da parte dell’Asi e l’autorizzazione sismica da parte del Genio civile Lazio sud.
Il dirigente ha chiesto inoltre un chiarimento in merito al Provvedimento autorizzativo Unico regionale, che rimanda, a una fase successiva alla sua emanazione, pareri e attività di carattere vincolante, in particolare in riferimento proprio al certificato di prevenzione incendi (da parte dei Vigili del Fuoco) e all’autorizzazione sismica (Genio Civile) e alla caratterizzazione dei terreni.
Dopo aver evidenziato le numerose carenze documentali della istanza presentata, relativa al permesso di costruire, il dirigente dell’ufficio comunale ha rilevato che i terreni oggetto di interventi ricadono in tutto o in parte in zona assoggettata a vincolo aeroportuale, in una area in cui sussiste anche il vincolo paesistico per la protezione dei corsi delle acque pubbliche.
La consulta di ambito dei sindaci del circondario di Frosinone, nella riunione a cui hanno partecipato Nicola Ottaviani (sindaco di Frosinone); Roberto Caligiore (di Ceccano); Lucio Fiordalisio (di Patrica); Maurizio Cianfrocca (di Alatri); Alfonso Santangeli (di Torrice), oltre agli assessori Franco Martini (Ferentino) e Beniamino Iacobucci (Supino) e alla presidente della commissione ambiente del Comune capoluogo, Maria Rosaria Rotondi, si era già espressa negativamente circa la proposta della costruzione e messa in funzione dell’impianto.
Solo la frazione di rifiuto organico prodotto dal Comune di Frosinone e dai comuni del circondario, rappresenterebbe infatti una percentuale minima (pari a 12.000 tonnellate) di quella dei rifiuti organici lavorati all’interno del nuovo impianto, ammontante a circa 90.000 tonnellate annue e, dunque, ben al di sopra della necessità del fabbisogno territoriale, anche rispetto alla cosiddetta area vasta, comprendente circa 150.000 abitanti.  
Alle preoccupazioni espresse sotto il profilo dell’impatto ambientale nella zona, peraltro inclusa nella classificazione di “area boscata”, si aggiungono anche le perplessità riguardanti la viabilità (per il continuo passaggio di automezzi pesanti) e le emissioni odorigene in virtù della vicinanza delle abitazioni.
La nota scientifica redatta dall’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente, infine, sottolinea le conseguenze ambientali e per la salute umana che la messa in esercizio dell’impianto comporterebbe, con gravi ricadute dal punto di vista pneumologico, cardiovascolare e neurovegetativo delle persone.

Redazione Frosinone