Montecassino, rinviato a giudizio l’ex abate

Immerso nel lusso grazie a soldi delle opere di carità. Un’esistenza ben lontana dalla sobrietà imposta dai voti monastici, che ora l’ex abate di Montecassino, Pietro Vittorelli, potrebbe pagare con un processo per appropriazione indebita. Il pm Francesco Marinaro ne ha chiesto il rinvio a giudizio contestandogli di aver sottratto 500 mila euro dai fondi della diocesi. Denaro che in molte occasioni sarebbe finito nelle tasche del fratello Massimo, imputato con l’accusa di riciclaggio. La lista dei vizi ricostruiti dagli inquirenti spazia dai viaggi ai weekend nei centri benessere, per finire allo shopping compulsivo da decine di migliaia di euro. Il tutto sarebbe avvenuto tra il 2008 e il 2013, quando il denaro offerto dai credenti all’abbazia, anche con l’8 per mille, veniva destinato da Vittorelli a scopi tutt’altro che benefici.

I movimenti ricostruiti dalle Fiamme gialle raccontano di un religioso capace di spendere 34 mila euro in un solo mese. Per esempio nella primavera del 2014 era volato a Londra per alloggiare al Capital Hotel, un cinque stelle, al costo di 524 euro. Anche il cibo era uno sfizio che il prelato si sarebbe concesso senza badare a limiti: 690 euro per una cena al super glam Sushi Samba. Nel giro del mondo con il denaro dei fedeli sarebbe andato anche in Brasile e avrebbe trascorso notte a San Paolo spendendo intorno ai 23.090 euro. Immancabile un salto negli States sempre nello stesso anno. Pure a Roma si sarebbe trattato con stile – secondo l’accusa – scegliendo sempre ristoranti di lusso come il San Lorenzo o l’Antico Arco. Una parentesi doverosa sullo shopping: a ottobre del 2014 sarebbe stato lui a spendere 1.090 euro nel negozio di Gucci.