Milano è rossonera, in migliaia alla sfilata scudetto “È una bolgia pazzesca”

Su un pullman: la squadra (con maglietta celebrativa dello scudetto) e un dj-set. Sull’altro: lo staff. Attorno: due ali di folla. Che la festa cominci: bis. Alle 18.40 è iniziato il viaggio dei campioni d’Italia destinazione piazza Duomo. Ibra e Pioli a cavalcioni sulla transenna del bus: capi ultras. Florenzi sventola un bandierone tricolore. Rebic e Krunic brindano con le prime birre. Theo Hernandez nei fumogeni. Scoppiano un paio di petardi. Delirio a passo lento. Mezz’ora per fare una manciata di metri. Quando i pullman arrivano all’imbocco di viale Certosa, si fanno i primi calcoli: la tabella di marcia è saltata, c’è gente lungo la strada che guarda l’orizzonte, a questa andatura le proiezioni parlano di un arrivo in Duomo abbondantemente dopo le otto. «Che bolgia pazzesca», se la ridono i giocatori.

All’ingresso in corso Sempione un fiume di motorini scorta i campioni d’Italia (un’ora per percorrere tutto il boulevard). Ibra è il più social di tutti e si racconta in diretta su Instagram. Kessie vocalist: microfono in mano. Tomori e Rebic citano il passato (Ambrosini 2007) con uno striscione oxfordiano diretto ai cugini interisti: «La Coppa Italia mettila nel c..o». La polizia in assetto anti-sommossa prova ad aprire un varco. A piedi. Il passo è sempre quello. C’è chi si lamenta che non arriva il tram (probabilmente interisti). Al traguardo, davanti alla Cattedrale, c’è la folla delle grandi occasioni ad attendere. La statua di Vittorio Emanuele II a cavallo è stata colonizzata secondo tradizione.

Qualcuno giura di non essere nemmeno passato neppure dal letto. A 14 ore di distanza dall’invasione notturna per abbracciare la squadra di rientro da Reggio Emilia, la spianata sacra di Casa Milan era di nuovo un tappeto di sciarpe e bandiere rossonere. La colonna sonora ormai nota. Con un paio d’ore di anticipo sul protocollo dei festeggiamenti annunciati dalla società, da metà pomeriggio, sotto una certa cappa di sole, in migliaia avevano aspettato che la squadra con il suo 19esimo Tricolore in tasca si riaffacciasse per ridare inizio alle danze. Dopo le sei è partita la chiamata dello speaker Germano Lanzoni («Milano, è tutto vero! Lo scudetto è rossonero!»). Decibel alle stelle per le uscite di Tonali, Giroud, Leao e Theo. Un boato per Ibra in passerella sul palco di Casa Milan. Fino a Capitan Romagnoli che alza il trofeo.

Per i due pullman  è una parata, uno slalom e un’immersione nella folla. L’itineraio: viale Traiano, Scarampo, Certosa, piazza Firenze, corso Sempione. E poi, abbassando le marce, la carovana proseguirà a passo d’uomo nel centro della città, da piazzale Cadorna, Foro Buonaparte, via Cusani, Broletto, Cordusio, Orefici con atterraggio finale in piazza Duomo per l’ultimo grande abbraccio collettivo. corriere.it