Metà degli italiani non beve acqua del rubinetto, “Meglio quella in bottiglia”

L’acqua del rubinetto continua a non convincere gli italiani, anche se viene considerata buona, più comoda e sostenibile dal punto di vista ambientale. In particolare, anche se più di 8 persone su 10 (83,4 per cento) promuovono la qualità dell’acqua che entra tutti i giorni nelle nostre case, solo un terzo degli intervistati la beve ogni giorno (29,2 per cento), mentre circa un italiano su tre (27,5 per cento) alterna quella della rete con quella in bottiglia. Sono questi i risultati di una ricerca ricerca condotta su 1.300 persone con metodo Cawi (sondaggi online) tra il 7 e l’11 marzo 2024, realizzata da Csa Research per Gruppo Cap, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo: «Abbiamo messo a punto una nuova campagna di comunicazione», racconta l’amministratore delegato di Gruppo Cap, Alessandro Russo, «con cui puntiamo a sfatare i falsi miti che continuano a circolare sull’acqua del rubinetto». Quasi la metà degli italiani (43,3 per cento) beve solo acqua in bottiglia. Un dato che fa risultare l’Italia il primo Paese in Europa per il consumo di questo prodotto: secondo Utilitalia, federazione che riunisce le aziende attive nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia e gas, ogni cittadino ne beve 208 litri in un anno contro i 106 litri della media europea. A livello mondiale, inoltre, siamo secondi solo al Messico (244 litri). Chi la preferisce sostiene che l’acqua in bottiglia è più sicura (33 per cento) e di non fidarsi dell’acqua di rete (37,7 per cento), mentre per quasi 6 intervistati su 10 è una questione di gusto: il 28,8 per cento dice che non gli piace il sapore dell’acqua casalinga e il 27,2 per cento che è più buona quella in bottiglia. E questo nonostante la maggioranza degli intervistati promuova l’acqua di rete dichiarando che è buona e che la sua qualità è migliorata nel corso degli ultimi anni (21,2 per cento). In questo senso, neanche le borracce aiutano: se infatti risultano molto diffuse (l’83 per cento dichiara di possederne una), una persona su quattro (40,6 per cento) le usa per travasare l’acqua in bottiglia. Sull’acqua del rubinetto ci sono ancora troppi pregiudizi, determinati in gran parte da una visione legata al passato che però, secondo Russo, va cambiata: «Oggi la qualità dell’acqua di rete è migliorata moltissimo rispetto a quella degli anni 80 o 90, ma la percezione comune è rimasta legata a un’idea passata». Senza contare i falsi miti come quello dell’acqua del rubinetto che sarebbe troppo calcarea: «Il calcare non è altro che calcio e non risulta dannoso per la salute umana. Pensiamo a quanto cambierebbe la percezione dei cittadini dicendo semplicemente che l’acqua del rubinetto è ricca di calcio».
Qualche spazio di manovra, però, c’è: chi beve acqua in bottiglia la preferisce liscia (61,6 per cento), segno che ci sarebbe decisamente spazio per aumentare il consumo di acqua del rubinetto. Oltre agli aspetti legati al gusto e alla convenienza, chi sceglie l’acqua di rete lo fa soprattutto per tre motivi: la comodità (59,7 per cento), visto che è disponibile direttamente a casa; la sostenibilità (54,2 per cento), perché contribuisce a ridurre la produzione, il trasporto e lo smaltimento delle bottiglie di plastica; la sicurezza (38,7 per cento), come risultato del fatto che i gestori devono effettuare controlli obbligatori sull’acqua che erogano. «Quella del gestore è un’acqua sicura: garantiamo controlli costanti secondo parametri normati da leggi nazionali ed europee e standard molto stringenti», garantisce Russo. Il gruppo Cap, in particolare, dichiara di analizzare 20mila campioni all’anno per determinare oltre 700mila parametri chimici e microbiologici. «L’acqua di rete è un po’ come il sangue che scorre nelle vene: va tenuta monitorata con esami e analisi costanti. E, se si trovano valori che non sono a posto, si può sempre intervenire tempestivamente. Anche per questo motivo continuiamo a investire milioni di euro: più si fanno investimenti, più si riduce il rischio».
Per promuovere il consumo dell’acqua di rete, il gruppo Cap ha deciso di lanciare una nuova campagna di comunicazione proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua: «Il titolo è “Prima di dire che non ti piace, almeno assaggiala!”. È una frase che i bambini si sentono spesso ripetere dagli adulti, ma che in questo caso è un invito a lasciarci educare dai nostri figli: abbiamo tanto da imparare da loro sul rispetto dell’ambiente», racconta Russo. Lo spunto di partenza per l’iniziativa è che, in gran parte degli asili e delle scuole primarie, i bambini bevono già ogni giorno l’acqua del rubinetto in virtù della sua qualità. Accedendo a una pagina dedicata, si potranno trovare informazioni dettagliate su tutti i fattori che contribuiscono a rendere sicura l’acqua che arriva nelle nostre case.